Il progetto solista di Devontè Hynes arriva al secondo appuntamento con il peso delle aspettative generate dal precedente successo d´esordio con “Falling Of The Lavender Bridge”, un fiato sul collo che forse non ha fatto molto bene a questo nuovo disco: molto curato nel suono e negli arrangiamenti, grazie al produttore Ben Allen (Animal Collective, Gnarls Barkley), pecca un po´ nella scrittura, che fatica a variare dai temi romantici e per cambiare tono trova come unica soluzione il cambio continuo di genere. Scorre bene e contiene qualche episodio gradevole, ma manca di idee vere e non rimane impresso, e se non fosse unificato da una produzione impeccabile risulterebbe ancora più confuso. |