Non è facile; perchè se è vero che "Contra" si può anche ascoltare in sottofondo senza metterci troppo impegno questo è un disco che vuole la sua fetta di attenzione. E non è facile, a volerlo sviscerare. Però quando entrano i violini come se fossero calabroni, quando la kalimba e la marimba si prendono la scena, quando la strumentazione elettronica accompagna la febbre delle corde pizzicate di chitarra, quando la voce diventa strumento (in Horchata e in California English, con esiti diversi), quando il non detto diventa più ingombrante del detto, allora non si può restare indifferenti. "Contra" fa impallidire "Vampire Weekend", quanto a complessità di elaborazione e sostrati; e le scintille di questo incontro inconscio di world music (afro, calypso, dancehall, reggaeton) con una maturità di testi da far impallidire tutte le altre band della scena indie lascia disarmati di fronte a un´opera di una bellezza brutale. |