Un debutto discografico autoprodotto da molti considerato degno di entrare nel novero dei migliori prodotti dell´indie rock americano, il quartetto newyorkese Cymbals Eat Guitars riesce a concentrare in sole nove tracce un insieme di influenze tanto vasto quanto disorientante: chitarre acide, pattern elettronici, passaggi puramente rock, sperimentazioni ritmiche e sonore, pop di sapore chiaramente inglese, psichedelia, reminiscenze folk e blues. Forse questi quattro giovanissimi, per quanto mossi da ottime intenzioni, avrebbero giovato della presenza di un produttore, una guida: allo stato dei fatti dal loro calderone esce un disco appassionante, per quanto decisamente schizofrenico. |