Folk rock venato di tensioni pop quello dei Langhorne Slim, nome dietro cui si nasconde il songwriter Sean Scolnick e la sua band. Qualcuno potrebbe dire che nello stile questo disco pecchi di semplicità, ma è indubbio come le note scorrano piacevolmente dall´inizio alla fine, senza mai stancare: una cifra stilistica non sempre rintracciabile nella musica d´oggi, che rende quest´opera tranquillamente al rock anni ´70 di Cat Stevens e Dylan, un´epoca in cui l´attenzione era forse più focalizzata sulla capacità di scrittura piuttosto che sull´ossessione di ricercare, per forza, qualcosa di nuovo. Straordinarie poi le liriche, stupendamente dirette nella loro apparente banalità. |