A volte bisogna rischiare e puntare non sempre sui soliti nomi noti ma cercare qualcuno o qualcosa che attiri la nostra attenzione. Nel caso musicale bisogna rischiare su qualche manufatto che ci colpisce, ci emoziona, non solo per il sentito dire ma anche e soprattutto per la sua valenza musicale. Questo preambolo per parlarvi di un album di debutto sul quale davvero scommettere. L´opera prima di una band australiana di Melbourne, i The Temper Trap, album che in patria è stato già osannato ed ha raccolto grandi consensi da parte della stampa. I motivi di questo successo partono dalla produzione del disco, realizzata da Jim Abbiss (UNKLE, Arctic Monkeys, Adele) e si snodano soprattutto nel tessuto musicale della band. La prima cosa che colpisce è il falsetto del cantante Dougie Mandagi, qualità che mi fa venire alla mente un Jimmy Somerville dei Bronski Beat miscelato con elementi musicali di Empire Of The Sun, Talk Talk ma anche reminiscenze di Cure (Soldier On), U2 (Sweet Disposition-Drug Song) o Coldplay (Love Lost, Fader). La musica della band è pop teatrale, epico, intenso. Brani pop che ti attraversano con la loro intensità malinconica e ti affascinano con le strumentazioni, che passano da atmosfere acustiche ed intime a eventi pomposi ed orchestrali e gli arrangiamenti, mai banali ed attenti ai dettagli. Anche le liriche ben si adattano al progetto. Dougie canta in Love Lost: ..Our love was lost/But now we’ve found it…, dolore, passione, instabilità e fragilità d’animo. Ecco il loro spettacolo d’amore.! Tutto torna. La bella musica non tradisce mai! |