Sean Paul ha attraversato gli ultimi 10 anni sempre fedele a se stesso, al suo sound dancehall e alla sua orgogliosa timbrica giamaiacana, sincopata e smaccatamente musicale; arrivato al quarto album mostra qualche segno di stanchezza? Sì e no. In “Imperial Blaze” c’è tutto quello che ci si può aspettare da Sean Paul, in primis l’urgenza di divertirsi, ma 20 tracce (e una sola intro!) sono decisamente troppe. So Fine, Evening Ride, Daddy’s Home, Running Out Of Time sono riempipista assicurati; quello che frega Sean Paul è la continuità, perché anche immaginare questo disco come traino di una festa è difficile se non vivi a Miami o in Giamaica. Ma il sacro fuoco dell’arte brucia ancora. |