Le Loup sono una band probabilmente già nota a certi palati fini, quelli che un paio di anni fa hanno conosciuto “The Throne of the Third Heaven of the Nations Millennium General Assembly” (probabilmente uno dei debutti più complicati da ricordare di sempre). Se già allora le premesse per un percorso artistico eccellente c’erano tutte, con “Family” ogni forma di dubbio viene fugata per lasciar spazio ad uno degli album più belli dell’anno – e non solo. La line up è cambiata (da un duo a cinque elementi stabili) ed il suono ne ha tratto giovamento, arricchendosi di sfumature e suggestioni.
“Family” è folk puro appositamente registrato in stile lo-fi, è un viaggio nel suono dei nativi americani che però già hanno conosciuto l’Occidente decadente; “Family” chiede pazienza, pazienza per assaporare tutti i livelli di suoni che si vanno a sovrapporre (ad ogni ascolto spunta un nuovo elemento o una nuova armonia) e pazienza per lasciarsi trasportare nelle atmosfere sciamane e magiche di un mondo tribale perduto, tra banjo, tamburelli, percussioni, chitarre e canti quasi monastici. È psichedelia per l’anima, “Family”, risultato di un isolamento forzato che i membri dei Le Loup si sono imposti per tutta la registrazione dell’album, dispersi in mezzo ai boschi di Washington DC per assorbirne la forza creativa e riportarla in musica.
L’apertura Saddle Mountains è ipnotica e malinconica, e introduce al ritmo folk di Beach Town, primo esempio della forza espressiva di uno strumento spesso sottovalutato: la voce. Prende una piega quasi country-folk Morning Song, che riaccende nella mente l’immagine di lunghe file di carovane che passano davanti a conglomerati urbani sperduti in cerca di una terra promessa perduta. Ha lo spirito del Delta Blues la title track Family, una celebrazione del vincolo del sangue, mentre si invischia nei canti monastici quasi tibetani l’evocativa Go East, sostenuta da un forte giro folk; Sherpa è rarefatta di luce solare, poggia tutta sulla costruzione di voci intrecciate, come la successiva e più aperta Neahkahnie, forse la traccia più intensa di tutto l’album.
I Le Loup si pongono come estremo folk rispetto ai più edulcorati Arcade Fire e ai colti Fleet Foxes, coniugando immediatezza e innovazione ad un suono decisamente originale che è sia ritmicamente sostenuto che evanescente. “Family” emerge consistente da una nebbia ancestrale, prezioso ed evocativo.
Un assaggio di quella sensazione di sovraeccitata pace dei sensi di “Family”:
|