Da Bergen (Norvegia) grazie a un'interessante etichetta di Nuernberg (Germania), ossia quella Stereo Deluxe che ha già lanciato Mo' Horizons e Boozoo Bajou, ecco arrivare l'elettro-easy listening del collettivo Bobby Hughes combination.
Espen Horne, questo il vero nome del dj e produttore al centro del progetto, dimostra subito di dovere molto al jazz anni settanta e d'intrattenimento per club, ma nel suo disco non mancano ritmiche latine e beats la cui origine va rintracciata nell'hip hop meno cupo. "Nhu golden era" è il suo secondo disco, segue a "Fusa riot" (1999), inciso per la britannica Ultimate Dilemma, e sembra voler dimostrare che, dopo l'acclamato esordio dei Koop, l'Europa del nord non ha certo intenzione d'interrompere il rifornimento di nuovi talenti alla scena elettronica internazionale.
Un disco prima di tutto divertente, dai cui suoni si possono percepire ulteriori passioni, quelle per bossa nova e funk, e infine capace di coinvolgere anche grazie ai tempi perfetti con cui entrano in gioco bassi e percussioni.
Spazio anche a tracce vocali, e di conseguenza a qualche ospite, soprattutto veterani di area jazz: da Karin Krug ai Novi Singers passando per Ian Carr & Nucleus. Tra i brani più riusciti da segnalare "Clive the runner", "Moogjuss", attraversato dal flauto di Jorgen Munkeby, e "Mc Arthurs break", per le deliranti vocine che si rincorrono. Insomma non il solito, spesso anonimo, nu-jazz, ma quello firmato Bobby Hughes, con almeno un acca in più... nhu-jazz.
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