Uno dei debutti più attesi dell’anno questo, “Up The Bracket” dei The Libertines, new-sensation dell’indie-rock inglese. Punk e rock’n’roll insaporito da un tocco di pop che non guasta mai se fatto in maniera corretta come in questo caso. Benedetti dalla mano santa di Geoff Travis, fondatore della Rough Trade e scopritore di band quali Smiths, Strokes e Jesus & Mary Chain, i The Libertines sono pronti a diventare il fenomeno del 2003.
Ispirati sicuramente alla scena punk del ’77, non a caso il disco è prodotto da Mick Jones dei Clash, i The Libertines, miscelano in poco meno di 40 minuti un concentrato di energia e melodia altamente contagiosa, divertente e soprattutto coinvolgente.
Non sbagliano un colpo, dalla prima all’ultima traccia, rock’n’roll allo stato puro, punk-garage sotterraneo, sporco, e, melodie che in taluni casi ricordano gli Smiths (!!). Questi quattro ragazzi londinesi potrebbero essere i nuovi Strokes, potrebbero essere anche meglio perché dalla loro parte hanno una maggiore originalità ed una maggiore carica sonora pronta ad esplodere.
L’album ad ogni ascolto conquista sempre di più, l’attacco è vertiginoso (è proprio il caso di dirlo), con “Vertigo” che, con il suo riff di chitarra più che azzeccato e un ritornello che si appiccica subito alla mente, anticipa il drumming prepotente di “Death On The Stairs”, “Times For Heroes” che sembra far rivivere i Clash. Se “Boys In The Band”, “Up The Bracket” e “Tell The King” mostrano una vena altamente melodica, “The Boy Looked Johnny” e “I Get Along” sono garage newyorkese scanzonato e accattivante.
Un album con tutte le carte in regola per diventare il fenomeno dell’anno, NME a questi 4 ragazzi ha già dedicato 3 copertine, dei The Libertines se ne parlerà ancora molto, non perdeteveli in concerto quando passeranno dalle vostre parti, quella vecchia volpe di Geoff Travis si è innamorato di loro proprio durante un concerto…
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