Miele ma non solo La Regina è tornata, meno male, subivo l’astinenza della sua presenza! L’astinenza solo della presenza e non delle sue canzoni, perché tra i sette album realizzati nella sua trentennale carriera, non ne esiste uno che sappia di vecchio. Continuo a riascoltarli e non mi stancano e miracolosamente rimangono sospesi senza tempo, senza gravità, ma fatti invece di molecole che si trovano tra CIELO e MARE, nella propagazione di sentimenti e note nell’ARIA (appunto). Sentivo la mancanza del suo personaggio, di chi ha saputo, come pochissime altre, instaurare un proprio modo di fare e di cantare, unico e imprescindibile a tutte le cantanti dopo di lei. A chi ha arte da proporre e per questo senza nessun bisogno di chiari e squallidi richiami sessuali, unico modo per attirare attenzione, regola per il 99% dei personaggi femminili dell’odierno show business. Il personaggio di Kate Bush non si ferma perciò alla musica, ma da lì ha inizio per poi divagare nel teatro, nel mimo, nella danza e nei giochi che solo lei poteva mettere in scena. Ma arriviamo all’album… "Aerial"… personalmente, dopo 12 anni di attesa, ho avuto paura che Kate fosse diventata solo un acquarello del suo ritratto a tinte forti degli anni ’80… Allora, va innanzitutto detto che "Aerial" è doppio e suddiviso in "A Sea Of Honey" e "Sky Of Honey" Cominciamo da "A Sea Of Honey", album che contiene il primo singolo King Of The Mountain ed ha una forma più classica rispetto al secondo più concettuale. L’inizio, proprio con il singolo, è elettronico, scandito da un ritmo che intermittente fa affiorare sensazioni quasi subliminali. King Of The Montain va in crescendo così all’atmosfera sintetica si aggiunge inizialmente una chitarra, che evanescente e rarefatta si alterna e sovrappone in seguito ad una serie di strumenti, fino ad un esplodere d’insieme. Si passa poi attraverso ballate, e situazioni di intensità emotiva forti come in Bertie, canzone che porta il nome del figlio. Ma è con Mrs Bartolozzi (chissà se esiste questa signora?) che gioisco definitivamente! Dilaniante canzone alla Kate Bush, voce e pianoforte con un incedere da togliere il fiato, con il suo modo di sospirare i bassi e di salire ad acuti di strepitosa intensità, in grado di commuovere. L’album mi stupisce per gli arrangiamenti curatissimi e molto vari da canzone a canzone, numerosi tappeti di sinth, fanno da base a strumenti che timidamente invadono questa superficie al solo scopo di lasciare il dominio all’unica incontrastata voce della Regina di Cuori. E poi ci sono le sue parole… City, Dream, Top… La ritrovo, è lei! È Lei! Insomma felice del bilancio del primo album, metto il secondo "Sky Of Honey". Inizia a parlare un bimbo, Bertie, il figlio, gli uccellini lo accompagnano e per finire ci sono dei gufi o forse delle persone, non so, che ritmicamente chiudono questo Prelude. L’atmosfera bucolica del cd accompagna ogni pezzo. Rimango colpita dall’incredibile creatività di "Sky Of Honey", dai testi surreali e dalle mille incursioni rumorose e stranezze che non risultano mai forzate.
Affiora timidamente anche Nocturn, tra le migliori di entrambi gli album, dove forza e delicatezza giocano su un’altalena di sentimenti, stabilizzata però sull’equilibrio degli stupendi giri di basso. Molte delle canzoni nascono così, timide, per poi crescere e deflagrare in intensità di strumenti e di emotività che solo Kate Bush poteva regalarci.Kate Bush è tornata, realizzando una creatura eterea e meravigliosa, "Aerial", impossibile non adorarla. |