Picchiano duro questa volta i The Rasmus! Dopo averci abituato alle dolcezze aggressive ed intimiste di “Dead letters”, il nuovo disco della band finlandese, “Hide from the sun”, ci porta su un altro livello sonoro. Ok, non sarà nulla di epocale, però una grinta del genere ed una produzione tanto accurata non ce la saremmo aspettata! Perciò, ecco una gradita sorpresa di settembre, la prima. Dimenticatevi i risvolti gotico-onirici di “Dead letters”, in “Hide from the sun” il mondo è completamente al buio; blackout assoluto, un universo interiore dove il nero che ci circonda e ci alimenta rende fragili e sbigottiti, in fuga dalla luce, che diventa violenza inaccettabile. E si spiega così anche il nuovo animale feticcio dei The Rasmus, la farfalla, che soppianta il corvo, proprio perché è simbolo di libertà e di fuga, ma anche di vulnerabilità e delicatezza. Tematiche centrali del disco sono la voglia di scappare, ma anche di sacrificarsi per il bene delle persone che amiamo. Il desiderio di nascondersi. La necessità di diventare invisibili, e di abituare gli occhi al buio. Ma la vera rivelazione di “Hide from the sun” è il suono. Che per i neofiti di “Dead letters” apparirà come un’esplorazione ardita di un rock più duro ed estremo, smaccatamente gotico, mentre chi i The Rasmus li segue dagli inizi (e parliamo di metà anni 90!) ritroverà quelle radici “noir” ed heavy che li introdussero sulla scena musicale. Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma sicuramente una notevole crescita rispetto all’ultimo lavoro. Chitarre assolutamente centrali, teatralità ricercata, timidi innesti di melodie leggere e morbide, e la voce di Lauri che rincorre per proporzionalità inversa il ritmo ed il peso del suono. “No fear”, il primo singolo, è fuorviante per capire il nuovo disco dei The Rasmus. Allineato con lo stampo melodico di “Dead letters”, non rende giustizia al nuovo corso della band finlandese; occorre avventurarsi in “Shot” (forse il pezzo più bello dell’album) od in “Night after night (Out of the shadows)” per capire. Per godere. Per lasciarsi andare. Ma non per scappare, non dai The Rasmus, sicuramente. |