“Se non ora, quando?”. Motto più adatto di questo non si potrebbe trovare per inquadrare “Mi sangre” di Juanes, l’artista colombiano che tutti, ma proprio tutti, conosciamo grazie al tormentone estivo de “La camisa negra”. Se non ora che è estate, quando? Già, quando? Non c’è tempo più azzeccato delle torride ma non troppo giornate di agosto per accostarsi a “Mi sangre”, perché è d’estate che noi, prevedibili e tradizionalisti Europei, andiamo in cerca di sapori esotici che ci distraggano dalle nostre “buone abitudini” del resto dell’anno. Con questa doverosa introduzione, cruda e spietata ma – ahimé – veritiera, ci avviciniamo circospetti a “Mi sangre”; e la sorpresa iniziale è che questo disco è ben fatto, accidenti se è ben fatto! Toglietevi dalla testa le malinconie diabetiche di buona parte della musica sudamericana, così come le canzoncine da spiaggia cubana che vengono a noia dopo tre; Juanes è artista di tutt’altra levatura, ed è ascoltando questo suo terzo album che capiamo perché in America Latina sia considerato una sorta di divinità (al punto che pure la comunità internazionale si è dovuta accorgere di lui, vedi Time Magazine che lo ha inserito tra le 100 persone più influenti del pianeta). E’ bello e sanguigno, è impegnato e fiero delle proprie origini (al punto di rinunciare senza appello all’inglese, della serie: hasta el espanol, siempre, e noi qui impotenti a scimmiottare quelle parole che capiamo a metà), la sua musica è quanto di più locale ed al contempo internazionale ci sia in quella parte del mondo, suoni ed arrangiamenti curatissimi, testi di spessore inequivocabile. Juanes è uno che ci sa fare, e che non è capitato lì per caso. Il primo affondo importante c’è già nell’apertura di “Amame”, molto fresca e giovane, si ritrova nel rock melodico di “Suenos”, continua ne “La camisa negra” (ci rifiutiamo categoricamente di parlarne oltre!), nell’imprevedibile rhythm&folk di “Dàmelo”, nella deliziosa poesia dei millenari cantastorie di “Rosario Tijeras”. E poi c’è lei, “Volverte a ver”; perfetta per il languore calante di fine estate, con ancora qualche scintilla di brio solare, ti prego Juanes, fanne il tuo prossimo singolo!!! In definitiva, “Mi sangre” è buonissima cosa, però è un po’ troppo lontano dai nostri gusti per sfondare. Peccato, in questa occasione non possiamo che dire peccato. |