Chemisier dai colori accesi strizzatissimi in vita, gonne a ruota che volteggiano ammiccanti, seni prosperi e floridi generosamente evidenziati, piste da ballo col pavimento di legno affollate di coppie scatenate, gazzose e milk shake a volontà, insegne al neon rosa di locali fumosi, radio sempre accese a trasmettere la musica del diavolo … Questo e quant’altro vi venga in mente pensando ai Golden 50s, i mitici anni 50 negli Stati Uniti. Questo e quant’altro sia per voi il Rock n’roll, quello suonato, quello con la R maiuscola, quello che è energia e classe, questo sono i Raveonettes. Il duo danese formato da Sune Rose Wagner e Sharin Foo è un aperto ed ammirato omaggio all’età del Rock, quella dove The King regnava incontrastato, dove Jerry Lee Lewis faceva scatenare corpi e polemiche, dove Buddy Holly era la colonna sonora di una generazione intera, dove, insomma, ci si divertiva e si sognava la felicità. Lungi dal proporre uno sterile revival di sonorità e tematiche, i Raveonettes ci introducono all’atmosfera di un’epoca indimenticata ed indimenticabile, rendendola però attuale per quel che riguarda le liriche; una sorta di presente calato in un contesto passato, intriso di ottimismo e bellezza. Largo pertanto ad acustiche vintage, ad accordi semplici e di forte richiamo, al blend di voci delicato ma incisivo, largo alla raffinatezza per tutti, al rigore della sobrietà. “Pretty in black” è semplicemente adorabile; se la moda dell’inverno 2005 preannuncia il grande ritorno degli Anni 50, Sune e Sharin hanno azzeccato il trend prima del tempo. I tredici pezzi del secondo album dei Raveonettes sono un bel viaggio a ritroso, tra ballate cheek-to-cheek e hit da dancefloor (quello delle gare di rock n’roll acrobatico, però, non la pista sudata e scoordinata del popolo di Ibiza), fino a cogliere l’essenza di un tempo languido e vivace. Lo statement iniziale di “The heavens” mette subito le cose in chiaro: questo è un pezzo come lo avrebbe scritto e pensato Elvis Presley, questo è il Nuovo Millennio che si inchina al Re di Memphis; impossibile restare poi indifferenti a “Seductress of bums” (pensato per una Divina dei nostri giorni come Beyoncé), a “Love in a trashcan” o alla dolcezza sussurrata di “My boyfriend’s back”. Che la nostalgia sia con voi! |