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WHITE STRIPES |
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GET BEHIND ME SATAN |
Per recensire questo disco ho scelto l’ascolto in vinile. E’ raro che le case discografiche ti facciano pervenire questo affascinante supporto. Per quanto riguarda i White Stripes è diventata quasi una tradizione iniziata con il rosso intenso dell’indimenticabile “Elephant”. Invece del solito cd ecco arrivare l’atteso vinile. La copertina senza scritte ma solo con una foto in bianco e nero per facciata: una di Jack White con baffetti e cappello da satanasso in coppia con un avvenente donna di colore e sul retro quella di Meg in versione radiostar anni ’50 con tanto di band rock and roll e per finire non poteva mancare il bordino rosso con la scritta White Stripes in bianco, tanto per essere fedeli e rispettare i tre colori base di sempre: rosso, nero e bianco. Sette pezzi un vinile e sette pezzi il secondo vinile. Essenziale, nessun fronzoli, nessun effetto speciale. Tolgo dalla custodia il primo lp, lo annuso e ne percepisco subito il suo sapore sonoro. Lo metto sul piatto e parte “Blue Orchid”. I White Stripes picchiano, il vinile suona alla grande come mai potrebbe suonare un cd, esaltando il sound saturo, il riff sporco e possente e la cassa dritta di Meg. A seguire arriva “The Nurse” pezzo altrettanto possente che potrebbe essere definito pop insofferente tra Stones e Stripes e “My Doorbell” traccia per roteare indelebilmente. La prima facciata è finita. Devo girare il disco. E’ solo l’inizio di “Get Behind Me Satan” ma già potrebbe bastare per fare capire il senso di questo loro quarto album. Forse l’album più intenso ed umorale del duo, il più ricercato, maturo anche liricamente (una continua battaglia tra bene e male) e senza dubbio difficile. Hanno scelto di non seguire il passato, non sarebbero mai riusciti a fare un disco migliore di “Elephant” quindi intelligentemente hanno cercato un chiave di lettura diversa più blues rock che ruotasse attorno naturalmente alla loro propensione minimale: chitarra acustica (la chitarra elettrica e relegata a pochi episodi), piano e marimba, potesse essere altrettanto funzionale e diretta. Proseguo con l’ascolto. Il fantasma di Jagger e soci riappare in “Forever For Her” mentre si parla di Zeppelin in “As Ugly Aa I Seem” e più avanti in “Instinct Blues”. In fin dei conti anni settanta e anni duemila. Per finire la ballad “White Moon”, l’heavy blues di “Red Rain”, il bluegrass di “Little Ghots” e di “I’m Loney” e una annotazione sulla petulante ma altrettanto incantevole voce e piano di Meg dalla durata di meno di un minuto in “Passive Manipulation”. L’lp finisce. Il braccio del piatto ritorna nella sua posizione originaria e il disco smette lentamente di girare. I White Stripes sono una certezza e questo “Get Behind Me Satan” è destinato a diventare un altro masterpiece della storia del rock & roll.
Se Satana facesse il dj tra i suoi dischi da suonare senza dubbio ci sarebbe anche questo !!! |
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Voto: 8 |
Casa Discografica: Xl Recordings |
Sito Internet: www.whitestripes.com |
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Matteo Vaghi |
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13/06/2005 |
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TRACKLIST |
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01. Blue Orchid
02. The Nurse
03. My Doorbell
04. Forever For Her
05. Little Ghost
06. The Denial Twist
07. White Moon
08. Instinct Blues
09. Passive Manipulation
10. Take, Take, Take
11. As Ugly As I Seem
12. Red Rain
13. I'm Lonely
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DISCOGRAFIA |
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1999 The White Stripes 2000 De Stijl 2001 White Blood Cells 2003 Elephant 2005 Get Behind Me Satan |
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