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I AM KLOOT |
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GODS AND MONSTERS |
Poesia dell’imperfezione. Questi sono gli I Am Kloot. Il trio di Manchester guidato dall’ex busker John Bramwell, con Pete Jobson al basso e l’orribile Andy Hargreaves , arriva alla terza (il numero perfetto) fatica in cinque anni. Cinque anni che chiudono un cerchio. Un percorso aperto con l’acclamato Natural History, uno dei manifesti dell’allora nascente revival acustico, e continuato con l’omonimo I Am Kloot, un tentativo di smarcarsi dalla fastidiosa e già stantita etichetta del NAM che tuttavia, nonostante il solito elevato tasso di ispirazione, fece già gridare al declino gran parte della critica. L’inquieta ricerca di uno suono peculiare alla band infatti non giovò all’ossatura del disco, che finì per presentarsi più come un’affascinante ma incoerente pacthwork piuttosto che un’opera compatta. Mancava insomma un ultimo decisivo passo. Ed eccolo qua. Gli dei e i mostri che da sempre affollano la musa etilica del working class hero Bramwell sembrano tornare d’amore e d’accordo come ai bei vecchi tempi dell’esordio. Se si escludono i due episodi più spigolosi dell’album (la titletrack e An Ordinary Girl) posti entrambi ad inizio disco, quasi per mettere ancora alla prova e disorientare chi ascolta per la prima volta, questo Gods And Monsters rappresenta una summa di tutto ciò che fa degli IAK un gruppo unico nel panorama pop-rock UK. Un incedere in cui la voce nasale alla Lennon del frontman si muove sempre a proprio agio ora su scarni episodi acustici (la drakiana Astray), ora su gemme di elegante pop (il singolo Over My Sholder, No Direction Home, e The Stars Look Familiar), ora su autentici colpi di classe in cui emerge più che altrove la scalcinata (dal vivo sono uno spettacolo nello spettacolo) ma originale sezione ritmica (Sand And Glue, Strange Without You e la stupenda Coincidence). Chiude il tutto la ballata in crescendo I Believe, con quell’assolo di chitarra slide forse retaggio della recente esperienza americana della band. Un finale perfetto per un intesno film in cui i loser che da sempre barcollano tra le melodie beatlesiane di Bramwell si vestono come al solito di una nuova, inattaccabile, dignità. Quasi meglio di Ken Loach. |
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Voto: 8 |
Casa Discografica: Echo |
Sito Internet: www.iamkloot.com |
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Antonio Casillo |
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19/04/2005 |
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TRACKLIST |
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01. No Direction Home
02. Gods and Monsters
03. Over My Shoulder
04. An Ordinary Girl
05. The Stars look Familiar
06. Strange Without You
07. Astray
08. Hong Kong Lullaby
09. Sand and Glue
10. Avenue of Hope
11. Dead Men’s Cigarettes
12. Coincidence
13. I Believe
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DISCOGRAFIA |
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2001 Natural History 2003 I Am Kloot 2005 Gods And Monsters |
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