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MARS VOLTA |
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FRANCES THE MUTE |
Capitolo Mars Volta. Bisogna aprire un vero e proprio capitolo per descrivere ed argomentare su questo nuovo disco dei Mars Volta. Il primo punto d’analisi di questo “Frances the Mute” è l’attesa che si è venuta a creare attorno a questa realease. Una attesa a tratti spasmodica dopo il clamore che aveva generato l’impattante debutto della formazione “De-Loused in the Comatorium “ datato 2003. Generalmente le cose troppo desiderate poi quasi sempre deludono o non riescono in pieno a soddisfare e poi il secondo disco! Da sempre è un banco di prova, c’è sempre il rischio dell’auto plagio e della celebrazione di se stessi. O la va o la spacca… I due riccioloni, zoccolo duro del gruppo, Omar Rodriquez-Lopez e Cedric Bixler Zavala questo lo sanno e nella realizzazione di “Frances the Mute” hanno intelligentemente seguito i contorni del loro debutto: ideologia, arte, progressive-rock anni settanta, drammaticità ed esplorazione il tutto affogato in suoni e trame attualissime. Il secondo approccio invece si addentra nella musica di queste cinque canzoni-suite di base di cui tre scomposte in cinque sotto capitoli per un totale di 15 brani tra loro collegati da immagini, affinità e suoni. Suoni che partendo dalla tradizione mex e noise virano e diventano prog-rock stravagante, sperimentale dagli oscuri colori. Ricordi sonori che fanno venire in mente una lunga lista: Pink Floyd, Yes, Led Zeppelin, Emerson, Lake & Palmer ma anche Miles Davis quando i Mars si buttano verso l’electric jazz o i King Crimson in versione cubana nel pezzo cosmopolita "L'Via L'Viaquez" (il brano con guest star Flea e John Frusciante dei Red Hot). Terzo approccio, quello lirico. Anche per questo disco i Mars sono tetri pesantemente lugubri e tragici. I testi delle canzoni sono complessi, contorti, parlano di morte, di disperazione e nascono da un diario di Jeremy Ward, tastierista della band morto a causa di una presunta overdose durante la lavorazione del disco di debutto, diario che è fonte di ispirazione di questo “Frances the Mute“. Il fascino sottile della morte, la sua esasperazione, contorsione e visione sono il fondamento dei deliri lirici. Conclusione: dopo ben 76 minuti di ascolto ecco l’ennesima allucinogena visione sonora. Tra capolavoro ed incubo. |
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Voto: 8 |
Casa Discografica: Universal |
Sito Internet: www.themarsvolta.com |
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Matteo Vaghi |
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05/04/2005 |
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TRACKLIST |
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01. Cygnus...Vismund Cygnus: Sarcophagi 02. Cygnus...Vismund Cygnus: Umbilical Syllables 03. Cygnus...Vismund Cygnus: Facilis Descenus Averni 04. Cygnus...Vismund Cygnus: Con Safo 05. Widow 06. Via l'Viaquez 07. Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore: Vade Mecum 08. Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore: Pour Another Icepick 09. Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore: Pisacis (Phra-Men-Ma) 10. Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore: Con Safo 11. Cassandra Geminni: Tarantism 12. Cassandra Geminni: Plant a Nail in the Navel Stream 13. Cassandra Geminni: Faminepulse 14. Cassandra Geminni: Multiple Spouse Wounds 15. Cassandra Geminni: Sarcophagi
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DISCOGRAFIA |
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2003 De-Loused in the Comatorium 2005 Frances the Mute |
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