Per fortuna Ginevra di Marco non è andata persa in questo mercato musicale italiano spesso ingiusto. Ginevra Di Marco è un talento imperdibile che sposa tanti risvolti positivi.
Ci sono le buone qualità gradevoli alle molte “orecchie standard” italiane , con brani appartenenti alla cultura della nostra penisola, ci sono episodi folk senza cadere nella banalità armonica del genere, c’è l’estro e l’inventiva dell’indie, che anni fa l’ha generata, la produzione è infatti in tandem con Magnelli.
Il modo di disegnare le linee vocali (specie quando il pianoforte l’accompagna) potrebbe essere avvicinato a Kate Bush (si senta Hannorè ad esempio), ma il timbro è più caldo, meno sottile e tecnico, pregio di chi sa limitare i propri virtuosismi in funzione del pezzo e per una cantante si sa è difficilissimo, o quasi impossibile. Inutile comunque dire da chi trae o non trae ispirazione, il cd è infatti molto versatile, il suo modo di fare musica mi sembra personale, di chi ha attraversato tante forme ed esperienze, e le sfoggia generosamente nel cd. La voce di Ginevra riesce comunque a domare i diversi arrangiamenti, accuratissimi, facendoli propri e particolari con il suo carisma.
Tra gli episodi migliori dell’album: la dolcezza di "Io/Tu"e di "Madre Severa", la solare “La Buona Fortuna” dove si avverte chiaramente lo zampino di Gazzè, comunque tutte le canzoni del cd meritano.
Un’altra nota va ai testi: anche questi, oltre alla voce, si scosta dai canoni della “cantante media” non sono cioè i soliti sdrucciolevoli, melensi, tristi testi d’amore, ma immagini poetiche e disincantate create da una grande sensibilità, ovviamente femminile. |