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GLENN HUGHES |
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SOUL MOVER |
Trent’anni di carriera ed essere ancora un perfetto sconosciuto per la maggior parte del pubblico. Sì, può capitare anche questo. Così come effettivamente succede a Glenn Hughes, nome di culto per tutti gli appassionati di rock robusto, specie per via di un passato che lo ha visto coinvolto in Deep Purple e Trapeze, nomi che hanno fatto la storia della musica dura. Inglese di nascita ma da lungo tempo ‘traslocato’ a Los Angeles, Hughes ora ha però in mano le carte giuste per rimettere a posto le cose e conquistare una fetta di popolarità anche presso un pubblico giovane. Si tratta delle canzoni di questo nuovo “Soul Mover”, lavoro anch’esso di robusto e dinamico hard rock, ma che dalla sua ha la possibilità di offrire un paio di amici/ospiti niente male: Dave Navarro, chitarrista di Jane’s Addiction e Red Hot Chili Peppers (in “One Hot Minute”) e Chad Smith, il drummer dei peperoncini rossi. Non delle semplici comparse, dunque. Anzi, presenze a tempo pieno che nelle dodici songs proposte dall’album immettono tutta la propria energia nella costruzione del sound. Se non conoscete la voce di Glenn, considerate che ad ascoltarlo potreste tranquillamente scambiarlo per un redivivo Robert Plant oppure un Chris Cornell invecchiato splendidamente. E con questa tonalità, oggi Hughes trascina un album che forse da lui nemmeno t’aspetti, capace di agitarsi in maniera convincente fra il movimento col sorriso dei Red Hot e le atmosfere tese che di recente ci hanno fatto amare gli Audioslave. Rock moderno, dunque, ma assemblato con attenzione speciale nel songwriting (assolutamente di prima classe!) e tecnica sopraffina. E capace con questo di regalare nel suo svolgimento più di un potenziale radiofonico, come ad esempio la malinconica proto-ballad “Change Yourself”, il funky bastardo di “High Road” o “Dark Star” che spopolerebbero se fossero stati i pluricitati Red Hot Chili Peppers a farle, la conclusiva "Don't Get Me Bleed" dal sapore Van Halen. Facile dopo tutto questo pensare ad una ruffiana mossa di restyling da parte di Glenn Hughes, che mette assieme rock songs dal tocco moderno per mostrarsi al passo coi tempi. Ma è un’impressione che decade immediatamente quando si ha la chance di ascoltare il disco. Perché quello che invece arriva forte da queste tracce è il gusto per il rock, la voglia di suonare e cantare con passione, dinamicità e freschezza. E soprattutto, poi, il risultato ottenuto, che chiama anche le classifiche, certo, ma lo fa con una bordata di hard rock dal suono cristallino (e dalla produzione perfetta) che non può lasciare indifferente chi da questo suono è regolarmente attratto quando si tratta di novità da scorprire. E gustare fino in fondo. |
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Voto: 7 |
Casa Discografica: Frontiers/Self |
Sito Internet: www.glennhughes.com |
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Fabrizio Massignani |
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23/02/2005 |
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TRACKLIST |
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01. Soul Mover
02. She Moves Ghostly
03. High Road
04. Orion
05. Change Yourself
06. Let It Go
07. Dark Star
08. Land of the Living' (Wonderland)
09. Isolation
10. Miss Little Insane
11. Last Mistake
12. Don't Let Me Bleed
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DISCOGRAFIA |
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1977 Play Me 1991 Hughes/Thrall 1993 Blues: L.A. Blues Authority, Vol. 2 1995 Feel 1997 Addiction 1999 The Way It Is 2000 Return of Crystal Karma 2001 Building the Machine 2002 Hughes Turner Project 2003 HTP: 2 Shrapnel 2003 Songs in the Key of Rock 2004 Soulfully Live in the City of Angels 2005 Soul Mover |
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