Inizio distorto, sbilenco, e suoni più che post-rock….
La sensazione di qualcosa di spiantato e schizofrenico comincia ad aleggiare, eppure c’è qualcosa sotto.
Il disco è difficile, ha una forma di sublimazione della melodia verso chissà quali luoghi lontani.
La forma è strana, fa quasi paura, sì, a tratti, comunica inquietudine e perdizione.
La voce sussurrata, graffiante e urlante, rimane al pari di tutti gli strumenti, come a ergere una torre pericolante di suoni. Tutti gli strumenti combattono sullo stesso piano, nessun privilegio, nessun artificio della tecnologia.
E la magia, niente di psichedelico, ma comunque qualcosa di tossico, veicolato dalla mente pericolosa degli autori; è così che nasce “MM” affascinante ed ipnotica, ed è così che irrompe “Randamize” potente ed isterica almeno quanto “Birthday Song”.
Le perplessità all’andare degli ascolti lasciano così spazio allo stupore, al tentativo invano di stare dietro ai brani infiniti o pazzi che siano, ma sempre ipnotici, intensi e mai scontati.
Qualcosa da avere per non stancarsi mai di ascoltarlo. |