E’ in radio da venerdì 6 maggio il nuovo singolo di Joan Thiele, “Taxi Driver”. Il brano, prodotto da Andre Lindal e Anthony Preston (già produttori di importanti artisti americani tra cui Will i am e Gwen Stefani), sarà contenuto nell’ep di debutto di prossima pubblicazione.
“Taxi Driver” è stato scritto da Joan durante un viaggio a New York. “Amo ascoltare i racconti degli estranei e a New York sono rimasta affascinata dai racconti dei taxisti. Saltavo da un taxi all’altro e facevo mille domande ai guidatori per scoprire le loro storie, quasi volevo che il viaggio non finisse mai” -spiega Joan – “Così la destinazione non era più una via, il mio desiderio era solo ascoltare un racconto di chi, solitamente in silenzio, ha tanta cose da rivelare e che potrebbe stare a parlare per ore. Da questa esperienza è nata Taxi Driver”.
Joan si è fatta conoscere al pubblico italiano grazie alla cover di Drake “Hotline Bling”, entrata nella viral chart di spotify. Per Universal Music ha pubblicato a gennaio di quest’anno il suo primo singolo inedito “Save me”. A marzo, durante la sua permanenza in America, ha presentato alcuni brani dal vivo al South by Southwest (SXSW), il noto festival americano dedicato alla musica, al cinema e all’innovazione che si tiene ogni anno ad Austin.
Joan Thiele è una giovane cantante emergente di talento, bellezza ed origini a dir poco affascinanti. E’ nata nel 1991 in Italia da madre italiana e papà svizzero-colombiano, ma ha trascorso l’infanzia a Cartagena, tra i Caraibi e le coltivazioni di caffè. Finito il liceo, decide di trasferirsi in Inghilterra per fare musica. Fin dall´infanzia ha trascorso una vita nomade che le ha regalato un gusto musicale internazionale, un connubio creativo con sfumature stilistiche che non possono lasciare indifferenti. Grande personalità artistica, a partire dalla scelta di cantare in inglese (“Ho sempre vissuto in ambienti dove il bilinguismo e il trilinguismo erano scontati, per me l´inglese è un ambiente molto naturale”) e un percorso artistico iniziato sin da piccola coi Led Zeppelin (“Me li faceva sentire la mia baby sitter”), proseguito con Crosby, Stills, Nash & Young, ma arricchitosi da un certo momento in poi di suggestioni contemporanee (“Molto reggae prima di tutto, ma non certo solo Bob Marley, bensì tutte le declinazioni più vicine al dub”).
(cs)
06 Maggio 2016 |