Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli si sono presentati oggi in sala stampa armati di una buona dosa di ironia e di autoironia: “Noi rispondiamo solo ai giornalisti che ci hanno votato: ok, arrivederci, ciao!” è stato l’esordio.
In gara a sorpresa (per i più) fra i Campioni di questo 65° Festival della Canzone Italiana con la piacevole Vita d’inferno, stasera, nella serata dedicata alle cover, proporranno una versione “più intima” di E la vita, la vita, storico brano del 1974 di Cochi e Renato che però non li accompagneranno sul palco, come era invece stato annunciato prima del Festival: “Ci tenevano a essere sul palco con noi ma per impegni pregressi non ci saranno”.
Il loro brano in gara li ricorda molto, forse anche troppo: “Tutti dicono che siamo la loro copia. Non era nei nostri intenti, abbiamo scritto un brano che piaceva a noi; il paragone ci ha fatto ovviamente piacere ma non l’abbiamo cercato”.
In merito alla loro partecipazione al Festival, Francesco ha specificato: “Cercavamo una rottura coi Soliti Idioti, questo è un territorio non nostro, per quello che erano le nostre aspettative l’esibizione è riuscita. Il brano rispetto agli altri è di rottura, è vero, ma la diversità è un valore, come il ragazzino obeso dell’altra sera. Noi siamo diversi perché ci stiamo divertendo, questo è l’obiettivo del nostro Festival. Spero anche da casa si siano divertiti con noi. Per noi poi è stato un regalo immenso aver vinto il Cruscotto d’oro da parte dell’Accademia della Crusca”. Per il testo del loro brano, infatti, il Presidente dell’Accademia aveva financo scomodato Pascoli.
Ieri, durante l’esibizione, è scappata pure la parolaccia a Biggio (“coglioni”) che avrebbe dovuto essere epurata: “Dovevo sempre stare attento e ricordarmi di non dirla, lì mi è scappata e mi sono detto che avrei dovuto chiedere scusa a Carlo. Non era voluta”.
Quasi passato in sordina invece il riferimento ai preservativi: “La canzone non ha nulla di provocatorio, non è mai stato nei nostri intenti, si parla della vita reale, il tentativo era portare una bella canzone della tradizione italiana, non mi aspettavo polemiche in merito”.Ci siamo divertiti molto ieri sera.
Accanto a loro anche la banda: “Never too much: era per togliere l’attenzione a noi due (ride, nda). È una banda molto forte, per questo abbiamo scelto anche Roy Paci come direttore d’orchestra”.
Anche la resa vocale è stato più precisa di quello che si poteva temere: “Ci siamo allenati vocalmente, abbiamo preso lezioni da vocal coach, per risvegliare i nostri diaframma; sentire che abbiamo cantato bene e non abbiamo steccato ci dà soddisfazione”.
Ciononostante, fra i 10 Campioni che si sono esibiti ieri sono risultati fra 4 a rischio eliminazione: “Ci mancherebbe altro. Così ora possiamo guardare in faccia gli altri cantanti senza vergognarci. Abbiamo voluto venire qui in gara, metterci in gioco. È bello sparigliare le carte. Noi speriamo in cuor nostro di arrivare fino alla finale di sabato, sarebbe un sogno, altrimenti va bene uguale”.
“Per noi il Festival è un sogno, l’abbiamo sempre guardato, registravamo con le famiglie le canzoni per risentirle subito; siamo fan sfegatati, ricordo la grande attesa per l’esibizione nel ’96 di Elio e le Storie Tese, i miei miti”.
Erano già venuti come comici nel 2012, portandosi a casa parecchie critiche, lecito chiedersi se siano solidali con quelli che fra martedì e mercoledì si sono esibiti con esiti poco favorevoli: “I colleghi non si commentano, mi hanno fatto divertire tutti. La nostra non fu un’esperienza difficile, fu molto più facile di ieri. Qui non sei casa tua o fra i tuoi fan, ci vuole fegato a salire su quel palco e cercare di far ridere – considerando che ci son passati mostri sacri come Benigni o Grillo. Nutro grande rispetto per i colleghi che sono venuti”.
Mentre il progetto de I Soliti Idioti è in pausa (“Non riusciamo a scrivere le cose a comando”), ora il prossimo 19 marzo uscirà un loro nuovo film, “La solita Commedia – Inferno”, in uscita il 19 marzo e ispirato all’inferno dantesco, dove sono anche registi; “Anziché concentrarsi sull’idiozia della gente ci concentreremo sui loro peccati”.
Andrea Grandi
12 febbraio 2015 |