Inizia stasera la gara delle Nuove Proposte del 65° Festival di Sanremo targato Conti.
Sparati subito nella fascia dell’anteprima (lodevole iniziativa) si sfideranno a coppie.
Oggi è il turno di Chanty, Enrico Nigiotti, Kutso e Kaligola. Domani gli altri 4.
Abbiamo ascoltato gli 8 brani e abbiamo espresso giudizi (spesso divergenti):
Andrea:
Giovanni Caccamo, “Ritornerò da te”
Rtmiche serrate scandite dalla grande partitura d’archi, alternando pianoforte e synth. Pop dal sound dal respiro internazionale con un potenziale complessivo ancora da esprimere del tutto ma il nuovo pupillo della Caselli se la giocherà con Nigiotti.
6 ½
Serena Brancale, “Galleggiare”
Atmosfere liquide e voce jazz per il brano meno immediato (e radiofonico) dei giovani. Sofisticata, pure troppo, quasi artefatta.
5 ½
Kaligola, “Oltre il giardino”
Quota rap immancabile, ma il brano della mascotte del Festival 2015 (17 anni) difficilmente bisserà il successo del vincitore dello scorso anno, Rocco Hunt, manca mordente e immediatezza. Il potenziale si avverte ma anche la sensazione che sia ancora acerbo, nelle rime e nel rap. Peccato, perché è una persona squisita. Apprezzabile e coraggioso comunque voler trattare un tema sociale e non facili sentimenti (come quasi tutti i suoi “colleghi” Big, adagiatisi comodamente sul cuore-amore).
5+
Chanty, “Ritornerai”
Mira a sound internazionale, con spruzzate di r&b mista a elettronica, ma complessivamente un po’ zoppicante (in particolar modo nella sezione ritmica), si attende un’apertura finale che però non arriva. Voce sicura ed espressiva.
6 ½
Enrico Nigiotti, “Qualcosa da decidere”
Il brano più fresco tra gli 8, midtempo radiofonico con echi del primo Alex Britti. Refrain con armonie interessanti e soffici controcori. È uno dei candidati alla vittoria finale.
7+
Amara, “Credo”
Ballata intensa e cantata con sentimento e personalità ma non immediata e poco orecchiabile, con una intro piano-voce troppo lunga (ma il crescendo è d’impatto).
6+
Rakele, “Io non lo so cos’è l’amore”
La firma elegante di Bungaro è evidente, ballad synth-pop molto dolce e avvolgente, dalle atmosfere rarefatte e dalle buone dinamiche, più convincente nelle strofe che nel refrain un po’ stiracchiato (e strillato).
7-
Kutso, “Elisa”
Il brano più ritmato del Festival è però un divertissement fine a se stesso, anche se una cavalcata punk all’Ariston (specialmente quest’anno) dal retrogusto non-sense è una ventata d’aria fresca. Alcune radio (come RTL) l’hanno già adottata.
6 ½
Elena:
Giovanni Caccamo, “Ritornerò da te”
Cerchiamo l’internazionale tra partiture di archi e synth ma a tratti l’immagine appare sfocata. voto 6 come incentivo a migliorare
Serena Brancale, “Galleggiare”
Si cerca la via verso il jazz ma il brano risulta ridondate e poco concreto. Meno forma e più sostanza Voto 5
Kaligola, “Oltre il giardino”
Giovane, fin troppo per una gara senza risparmi di colpi. Tema sociale nell’epoca dell’Amore senza sosta sciorinato in quasi ogni brano della Kermesse. Solo 17 anni eppure tanta creatività.
6½
Chanty, “Ritornerai”
Ammicca e pure troppo ad Alicia Keys ma non ne segue le orme decise perdendo il focus. Voce sicura, forse troppo poca emozione.
5
Enrico Nigiotti, “Qualcosa da decidere”
Pop è pop, brano diretto e orecchiabile che non troverà alcuna fatica nel passare radiofonicamente. Poca sostanza tra gli attimi.
6
Amara, “Credo”
Tra piano e voce, il brano qualitativamente maggiormente strutturato del Festival. Voce particolare e magnetica. poco radiofonica? Dannatamente di qualità.
8
Rakele, “Io non lo so cos’è l’amore”
Aridaje il synth, testo di Bungaro che perde l’effcacia proprio nel ritornello.
5/6
Kutso, “Elisa”
Scanzonati, divertenti, “falsettuosi”, irriverenti. Tra petting e intimità i Kutso ribaltano gli schemi e si fanno cantare.
8
Andrea Grandi & Elena Rebecca Odelli
11 febbraio 2015 |