Il ciclo di conferenze stampa di oggi si è aperto con l’incontro con Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi, in gara al 65° Festival della Canzone Italiana con il brano Io sono una finestra (Grazia Di Michele, Raffaele Petrangeli), fresco del premio Lunezia per il miglior testo: un racconto non banale e delicato sull’identità sessuale, che vede lo speaker di Radio Deejay in prima fila dal punto di vista interpretativo.
Dopo l’esibizione di ieri sera, il duo (legato da profonda amicizia) è fra i 4 che potrebbero rischiare l’eliminazione venerdì. Ma alla vittoria, dichiarano, non ci avevano mai pensato (se non, eventualmente, al Premio della Critica). Scopo principale, proporre parole con un certo peso e un messaggio specifico e che questo non venisse frainteso, come specificato da Grazia: “La nostra paura era che il brano potesse non essere capito, frainteso, vissuto come ideologico e non empatico. La discriminazione può colpire ogni aspetto della persona, dalla razza alla pelle, dall’identità sessuale alla politica e alla religione. Non pensavo che Mauro si fosse messo così a nudo, invece abbiamo pensato che questa finestra, una parete che ci riflette o un posto da dove guardare il mondo, può anche essere aperta dai ragazzi per gettarsi nel vuoto, a causa del bullismo. Il Festival può essere un’occasione per parlare del percorso di una persona risolta”.
Mauro ha specificato: “Sembra che io abbia risolto i miei problemi di identità ma il pregiudizio esiste su vari fronti, anche nel mio mestiere, per quelli non inquadrati e non inquadrabili come me sono spesso visti in modo diverso, c’è sempre una sorta di pregiudizio”.
La genesi del brano risale a due anni fa, come ha spiegato Grazia: “Noi già avevamo questa empatia, ci capivamo dagli occhi; volevo un brano che lo raccontasse per la persona che è Mauro; una coincidenza particolare: io dovevo esibirmi al festival jazz a Pecorara, nell’Appennino tosco-emiliano; lui partì da Riccione con una sua amica per raggiungermi, uscì dalla cucina vestito da chef quando io avevo in mano il foglio su cui avevo scritto questo testo per sottoporlo a Paolo Di Sabatino, che ne ha firmato la musica. Mauro ha letto il testo, si è commosso, ma non ne abbiamo più parlato. Poi ho deciso di inserirlo nel mio disco e la mia manager mi ha consigliato di mandare il pezzo a Conti: alla fine lo abbiamo fatto e Carlo è stato così sensibile e intelligente da capire che i tempi erano maturi. Tengo a precisare che Mauro non è propriamente un cantante ma in fatto di capacità interpretativa non è secondo a nessuno, è vocalmente intelligente”.
Ci si chiede se questo brano fosse stato più adatto a un Festival come quello di Fazio piuttosto che questo, considerato da alcuni “democristiano”, ma Mauro non ha dubbi: “Lo dico da giornalista musicale, poteva starci sia in un Sanremo di Fazio che in questo, anzi, forse sta meglio in questo, perché qui si fa notare ancora di più, nel contrasto con gli altri. Se la musica fosse un parlamento, qui sono coperte tutte le fasce; ho 60 anni, sono il più vecchio del cast ma sento di voler capire meglio cosa funziona oggi nella musica; questo non è un Festival democristiano o di sinistra, è semplicemente Pop, nel senso più pieno del termine”.
E a proposito di Pop, giovedì proporranno la cover di Alghero di Giuni Russo del 1986.
Mauro scherza: “Nek mi ha fregato Se telefonando, sono nero!”. Entrambi conoscevano e stimavano la cantante di origini siciliane, scomparsa prematuramente 10 anni fa e che si esibì per l’ultima volta proprio a Sanremo, nel 2003, con Morirò d’amore.
“Volevamo mettere in risalto la sua parte allegra, non vorrei passasse alla memoria collettiva solo per canzoni più ricercate. Domani sarò Platinette, quella vecchia non la lascio a casa, ho voglia di divertirmi. Quando nel brano canto Non so mai chi sono dimostrerò cosa significa. Sarà travestita anche Grazia, la cantautrice raffinata e la prof seria di Amici lascerà il posto a una terza identità”.
Mauro è diretto e schietto anche in merito all’infelice battuta di ieri di Alessandro Siani sul bambino obeso: “Non l’ho sentita, l’ho solo letta. I comici spesso vanno giù col machete, senza badare alle problematiche o alle sensibilità. Non è un modo simpatico per far ridere, dai testi comici ritengo che andrebbero aboliti i riferimenti all’aspetto fisico”.
Domani uscirì il nuovo disco di Grazia, “Il mio blu”: “Come è accaduto sempre, da Le ragazze di Gauguin, la pittura ha accompagnato sempre la mia musica. In questo progetto, nello specifico, ho collaborato con il pittore Fabio Salafia, mi sono innamorata delle sue opere, che mi hanno ispirato canzoni e, viceversa, alcune sue tele sono state ispirate da mie canzoni; il disco contiene 13 brani, contiene anche un duetto anche con Mario Venuti e nel libretto ci sono le litografia dell’artista. I colori sono legati alle emozioni, la cosa che mi fa più paura è l’anaffettività”.
Andrea Grandi
11 febbraio 2015
Testo "Io sono una finestra":
Io sono una finestra velata di vapore
In questa notte gelida deserta ed incolore
Rispecchia la finestra la carne e le emozioni
Di me che sono specchio delle contraddizioni
Difficile vedere se il vapore non svanisce
L’appiccicoso errore di chi non capisce
Eppure si riflette un’ombra che è la mia
Un’ombra di rossetto contro l’ipocrisia
Io non so mai chi sono eppure sono io
Anche se oltre il vetro per me non c’è mai un Dio
Ma questo qui è il mio corpo benché cangiante e strano
Di donna dentro un uomo eppure essere... umano
Sfogliando le parole di questa età corriva
Divento moralismo e fantasia lasciva
Crisalide perenne costretta in mezzo al guado
Mi specchio alla finestra e sono mio malgrado
Io non so mai chi sono io sono per la gente
Coscienza iconoclasta volgare e irriverente
Ma questo è solo un corpo il riflesso grossolano
Di donna o forse uomo comunque essere umano
Io non so mai chi sono eppure sono e vivo
Più del pregiudizio che scortica cattivo
Ma quando spio il mio corpo, che si riflette piano
Non c’è una donna o un uomo solo un essere umano
Io non so mai chi sono eppure sono e vivo
Più del pregiudizio che scortica cattivo
Ma quando spio il mio corpo, che si riflette piano
Non c’è una donna o un uomo solo un essere... umano
Io sono una finestra che aspetta che il vapore
Svanisca come un sogno
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