È nei negozi fisici e digitali da ieri “COME IN CIELO COSÌ IN GUERRA (SPECIAL EDITION)” (Nuvole Production/Universal Music Italia), il repackaging dell’album di Cristiano De André uscito lo scorso anno e che contiene i due brani presentati al 64° Festival della Canzone Italiana,“Invisibili” e “Il cielo è vuoto”; quest’ultima è la canzone rimasta ancora in gara e che nella classifica provvisoria di ieri sera (che inciderà del 25% sulla classifica finale) si è posizionata a un più che onorevole sesto posto.
Alla conferenza stampa di oggi, il cantautore genovese non ha negato che si aspettava passasse Invisibili, così come la maggior parte dei giornalisti qui presenti. “Tutta la stampa prima del Festival che aveva ascoltato i brani puntava su quella canzone. In realtà è stata una delusione parziale, perché sono entrambi figli miei, anche Il cielo è vuoto mi regala ogni volta che la canto emozioni nuove”. Accanto a lui, così come sul palco dell’Ariston (per la prima volta in veste di direttore d’orchestra), era presente anche Davide Rossi, musicista di fama internazionale, che ha collaborato con i Coldplay, Verve, Richard Ashcroft e che ha impreziosito da produttore i due nuovi brani.
Non deve essere semplice scavare così a fondo dentro se stessi come fa Cristiano, specialmente nel coraggioso testo di Invisibili (che profuma di probabile Premio della Critica). “Mi fa bene affrontare in questo modo le cose, per esorcizzarle, così come per i miei momenti difficili. Mi sono tolto molti fantasmi e paure, anche di penna”.
Anche le altre tracce del disco scavano a fondo, con occhio attento e preciso, nelle contraddizioni e le debolezze della società attuale. “L’album parla delle caste, della politica del nulla di questi 40 anni, di questa sottocultura basata sul binomio soldi – felicità, cose inaccettabili. Dobbiamo tornare a sognare, è ora di riprendere la fiducia in noi stessi, ridisegnare il nostro futuro con nuovi pastelli. È tempo di fare scelte precise”.
Questo è il quarto Festival per lui e dalla prima volta (nel 1985 con Bella più di me) a oggi ha visto il Festival e la società italiana cambiare. “Vengo a ogni decennio (ride, nda). Dagli anni ’60 agli ‘80 era un periodo di grande vittoria per il liberismo, erano anni dell’esplosione culturale, si parlava molto dell’amore e dell’anima; credo che questo periodo storico non abbia uno sguardo perché non ha prestato attenzione all’anima. Nell’85 era già calato un po’ il sipario su certi sogni e utopie. Il Festival è giocato spesso sul caso, con artisti pronti a esplodere. Quello che è cambiato sono i miei anni, le canzoni, ma l’emozione di stare su quel palco è la stessa della prima volta”.
Questa sera, in occasione della serata “Sanremo Club”, dedicata alla tradizione italiana della canzone d’autore, Cristiano omaggerà suo padre Fabrizio con il brano “Verranno a chiederti del nostro amore”, tratto dall´album “Storia di un impiegato” (1973), in una versione piano-voce. “È una canzone che ho sentito mio padre di notte dedicare a mia madre e l’ho vista commossa. Mi sembrava giusto, ora che non ci sono più, dedicarla a entrambi sul palco dell’Ariston”.
Ci si chiede cosa pensi della performance di Ligabue che, all’apertura del Festival, aveva omaggiato suo padre Fabrizio cantanto Creuza de ma in un genovese non proprio precisissimo. “È emiliano, è normale, ma è stato molto carino a provarci e l’ha fatta molto bene”.
Tracklist di “Come in cielo così in guerra (Special edition)”:
“Invisibili”, “Il cielo è vuoto”, “Non è una favola”, “Disegni nel vento”, “Credici”, “Il mio esser buono”, “Il vento soffierà”, “Ingenuo e romantico”, “Sangue del mio sangue”, “Vivere”, “La stanchezza”, “La bambola della discarica”.
Andrea Grandi
21 febbraio 2014 |