Ascoltati i 28 brani dei Campioni di Sanremo 2014 (due, quelle di Giusy, non cantati, causa stato di salute e di voce della loro interprete): sentimenti in primo piano, poco spazio ai temi di attualità (fatta eccezione per le buone prove autorali di De André, Perturbazione e Frankie HI-NRG MC); musicalmente, prevale il pop mischiato col rock (poco) e con l’elettronica, predominante la costruzione in crescendo.
Sembrano convincere di più, almeno al primo ascolto, i cosiddetti outsiders…
In neretto abbiamo indicato il brano per ogni Campione che ci ha maggiormente convinti.
Arisa
“Lentamente (il primo che passa)”
Echi di bolero, refrain su archi vibranti, la firma di Cristina Donà garantisce un certo spessore al pezzo, malgrado non riesca a decollare del tutto.
“Il primo che passa
si prenderà il mio cuore
la mia voce amara
e l’anima se la vuole”
“Controvento”
Più orecchiabile, ritmica e maggiormente definita, cadenzata e sensuale, per una resa di maggior impatto.
“Acqua sarò
che spegnerà un momento
accanto a te
viaggiando controvento”
Frankie Hi-Nrg MC
"Un uomo è vivo"
Brano quasi rock, ballabile con cassa in primo piano e ritornello cantato (Jova 2.0 style).
“Un uomo è vivo quando respira
un uomo è vitale se fa respirare
c’è un istante nel quale ogni uomo diventa suo padre
un uomo nascendo conosce l’amore
un uomo crescendo impara ad amare”
"Pedala"
Rappata tutto sommato contenuta, su un andamento reggae dalla presa immediata. Le radio se la strapazzeranno a dovere.
“Pensa che una volta una bici fece piangere un uomo;
diventarono amici. Lei gli chiese perdono”
Antonella Ruggiero
"Quando balliamo”
La fisarmonica introduce un brano dal sapore di tango elegantemente lenta senza però una vera apertura.
“M’innamorerò di te
tutti i santi giorni che
si fa la sera e torno a casa
ci guardiamo complici
tra la gente gli unici
quando balliamo insieme io e te”
"Da lontano"
Atmosfera elettronica (per quanto leggera e dosata) ma senza rinunciare a melodie sulle quali la voce da soprano leggero di Antonella ha maggior libertà di manovra. Brano suggestivo ma musicalmente un po’ imbrigliato e col freno a mano.
“Capita spesso anche a me
di rovistare tra tutti i miei ricordi
capita di buttare via
solo quello che
mi ha fatto un po’ più male”
Raphael Gualazzi con Bloody Beetroots
"Tanto ci sei"
Ballata soul intimista (firmata anche da Giuliano Sangiorgi) con incursioni elettroniche e sestetto coro gospel sul palco. Accento sull’assolo di piano Rhodes.
“Canto leggero e sei
soffio d’anima e aria
nessuno può vederti a parte me
ma so che ci sei”
"Liberi o no"
E qui si balla, sfociando dritti nella dance, con cassa battente sul ritornello, impossibile non battere le mani a tempo, specialmente sul bridge (e sul coro gospel, anche qui).
“Un mondo libero
splende in noi
dimmi siamo liberi o no
dalle parabole
liberi o no
dalle prediche
siamo libero o no
dalle polemiche liberi o no”
Cristiano De André
“Invisibili”
Amaramente autobiografica, il brano più sincero e crudo, fra i testi migliori in assoluto. Base quasi spensierata, pizzicata, in contrapposizione al testo, le strofe recitate rendono più diretta e sentita la dichiarazione. Al sollevarsi degli archi, segue un ritornello cantato in genovese. Uno dei pochi brani in gara con un contesto storico e sociale ben definito.
“Tu camminavi nell’inquietudine
e la mia incudine era un cognome inesorabile
un deserto di incomunicabilità
tu eri laureato in danni irreversibili
che la droga provoca al cervello
io un po’ di questo e un po’ di quello”
"Il cielo è vuoto”
Piano e batteria la rendono più diretta, refrain potente, finale irruente in crescendo, anche ritmico, regalando al pezzo un assetto maggiormente radiofonico.
“è un limite il cielo, è un segreto è un tesoro
è Dio che si dimentica di fare il suo lavoro
si stacca l’anima non fa più rumore
puoi chiudere gli occhi ma non puoi più morire”
Perturbazione
"L’Unica"
Synth avvolgenti, cassa a go go, ritmata e orecchiabile, giocata su pochi giri d’accordi.
“Come stai
Arianna sono io
E tuo marito che da sempre è amico mio
Parlarci di nascosto
Noi non abbiamo un posto
Ma quel che manca veramente è dirsi addio
Sarà perché ti amo”
"L’Italia vista dal bar"
Ritmicamente meno serrata, ma altrettanto orecchiabile e dalla costruzione meno prevedibile. Promossi, per il testo, anche dall’Accademia della Crusca.
“E non importa se il posto
non è più fisso, non è più lo stesso
ci deve essere un nesso
fra la felicità e l’espresso”
Giusy Ferreri
"L’amore possiede il bene"
“E nel momento in cui guardo avanti
lascio dietro me mille ricordi
è l’amore a possedere il bene,
dunque io possiedo te
e tu me, e tu me”
"Ti porto a cena con me"
“La verità è che mi sento morire dentro
e la bugia è che non m’importa poi così tanto
così tanto
avrei voluto scriverti una lettera
anche se ormai si usa poco”
Giusy non ha potuto cantare ma solo presenziare sul palco per le prove, poiché è sotto antibiotici e cortisone. Giudicando solo la base, sembra più convincente e corposa la ballata "Ti porto a cena con me"; "L’amore possiede il bene" ha un ritmo interessante che ricordo un rondò, ma suona più usa e getta.
Francesco Renga
"A un isolato da te"
Pop rock costruito sull’ugola di Francesco (Renga o Silvestre?). Brano solido ma senza particolari brividi e sussulti.
“Hai sentito dire che l’amore
vive solo a un isolato da te
come mai non l’hai incontrato prima che
commettessi il grave errore di credere
che l’amore vero non esiste
guardati allo specchio,
non sei più triste”
"Vivendo adesso"
Intro piano-voce, presto interrotta dalla cassa potente, con incedere d’archi nel refrain e un interessante crescendo finale. Si sente la firma di Elisa.
“Amami ora come mai, tanto non lo dirai
è un segreto tra di noi
tu ed io soltanto
il fuoco e le fiamme a dire che
stiamo solo facendo sesso”
Giuliano Palma
"Così lontano"
Brano vintage, ritmato e solare dal sound anni ‘60, firma di Nina Zilli, storica amica e collaboratrice.
“Tu sei qui più vicino di ieri
mentre io guardo fuori
non ti aspettavo, oh no
non ti pensavo più
avevo già buttato tutti i ricordi dietro me
così lontano”
"Un bacio crudele"
Non dissimile dall’altro brano, suona scanzonato ed estivo, con un ritornello molto gradevole grazie ai fiati.
“Mi lasci dormire
ti lascio sparire
si spacca l’amore
e il cielo su noi
non chiederò perché puoi stare senza me
non posso spiegare
un bacio crudele”
Noemi
"Un uomo è un albero"
Beat e cori dal sapore afro, si apre in modo potente su un midtempo dall’interessante tappeto vocale. Archi e fiati di richiamo beatlesiano ma musicalmente non trova una direzione precisa.
“Per me un uomo è un albero
per me un uomo ha il coraggio di guardarsi in faccia
per me un uomo è un’idea
per me un uomo è come te”
"Bagnati dal sole"
Sonorità elettroniche e groove inediti per Veronica. La voce (e il testo) un po’ nascosti dalla produzione, coda in crescendo notevole (garantiscono Richard Frennaux e il giovane duo degli Electric).
“Mi è servito, è così
ma non è stato facile
stare in piedi, stare qui
sento che oramai siamo vivi
a un passo da noi
senza più strategie siamo qui
a un passo da noi”
Renzo Rubino
"Ora"
Ritmata e vibrante, quasi un divertissement.
“Ogni volta che mi specchierò
e guarderò lontano
incrocerò lo sguardo sognante di un bambino
vorrei dirgli tutto ciò è niente
lascia perdere
sognare non aiuta”
"Per sempre e poi basta"
Ballata intensa, quasi operistica e teatrale, in un costante crescendo, dove anche la sua voce trova una dimensione più precisa.
“Solo un’altra canzone
poi cancellerò il tuo nome
per sempre ed un’ultima volta
ti porterò con me
insieme tra sette notine
danzeremo per sempre e poi basta”
Ron
"Un abbraccio unico"
Ballata con piano, calda e avvolgente, ma la cui costruzione in progressione rischia di far perdere un po’ il filo melodico.
“Ma quello che noi non sapremo mai spiegare
è il nostro inarrestabile vagare
noi che siamo così complicati e stupidi
davanti all’amore”
"Sing in the rain"
Brano country folk ritmato (si sente la mano di Mattia Del Forno dei La Scelta) e più attuale.
“Quanto costa
tornare indietro non lo so
anche se, sto bene come sto
malinconico... e un po’ comico”
Riccardo Sinigallia
"Prima di andare via"
Intro quasi rap, sapore anni ’80, melodia e malinconia. Inevitabile richiamare alla mente (e alle orecchie) i Tiromancino.
“Ma prima di andare via
sorridi un po’
come per proteggermi da una tua malinconia
con lo sguardo di chi non è cresciuto a gentilezze”
"Una rigenerazione"
Efficaci innesti elettronici nel refrain, ritmo incalzante e una coda interessante in crescendo, sviluppato su più livelli. Suona meglio su disco, però.
“L’avevo detto tu
facciamo entrare il sole
scoprendo dentro al palmo della mano
un’altra immagine del nostro cuore”
Francesco Sàrcina
"Nel tuo sorriso"
Assolo di chitarra by Le Vibrazioni, ballata pop-rock dalla forte intensità emotiva e particolarmente ispirata (sottotitoli: il figlio Tobia).
“Torna il sorriso sul mio volto ad ogni tuo respiro
ed il mio cuore è quello di un guerriero
che difende il mondo, sì, il mondo intero
e che sarà di certo il tuo,
nel tuo sorriso”
"In questa città"
Cassa piena, voce in primo piano malgrado il brano non risulti del tutto convincente, specialmente rispetto al primo.
“Tu chiamami, se vuoi,
codardo perché non ho tempo per
rincorrerti tra le tue folle ansie,
dovute alle mancanze”
17 febbraio 2014
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