Oggi, intorno alle 23.40, inizierà ufficialmente la gara dei Giovani di Sanremo 2013.
I 4 a esibirsi oggi saranno, in ordine di apparizione, Il Cile, Renzo Rubino, Blastema e Irene Ghiotto, i restanti 4 nella serata di giovedì.
Ecco le impressioni sui loro brani.
IL CILE
“Le parole non servono più”
Il brano dei Giovani che al momento ha maggior riscontro radiofonico, in parte a buon diritto: voce ormai riconoscibile e graffiante, che marchia l’aretino dagli occhi blu. Arrangiamento e sound interessanti, refrain un po’ ripetitivo e, sulla distanza, un po’ noioso, mitigato dal buon crescendo degli archi. Il tema sviscerato dell’amore aggiunge un’ulteriore perla al corollario ormai noto e per citarlo “le parole non servono più”.
Voto: 6 ½
ANDREA NARDINOCCHI
“Storia impossibile”
Atteso per la prestazione live, col suo stile innovativo e originale (almeno qui all’Ariston), grazie all’uso del beatbox, della loopstation e dell’auto campionamento vocale. Sarà interessante vederlo interagire con l’orchestra, per quanto il testo in sé risulti decisamente meno eclettico e la linea melodica non particolarmente efficace.
Voto: 6
RENZO RUBINO
“Il postino (amami uomo)”
Renzo ci mette subito la faccia con un testo che fa già discutere, una storia d’amore, di coraggio.
In genere trattare il tema dell’omosessualità, almeno a Sanremo, non paga, ma il brano è corposo, arrangiato in modo teatrale con un trascinante apporto tenorile. Buona linea melodica, voce intensa.
Sorvegliato speciale.
Voto: 7+
ANTONIO MAGGIO
“Mi servirebbe sapere”
Nuovo inizio per l’ex Aram Quarter, e lo fa con il brano più trascinante e orecchiabile della categoria. Ironia e presenza scenica sono dalla sua, insieme a un electro-pop un po’ usa e getta ma decisamente funzionale.
Voto: 6 ½
IRENE GHIOTTO
“Baciami?”
Brano dalla struttura interessante e dagli arrangiamenti dal sapore internazionale, la scrittura di Irene abbastanza ricercata e curata, poco convenzionale. Ritornello con melodia a presa rapida, le strofe lo rendono complessivamente meno immediato. Spigliata e frizzante sul palco.
Voto: 6 ½
ILARIA PORCEDDU
“In equilibrio”
Il brano dalla linea melodica più accattivante; voce e sorriso sono dalla sua, il sardo dà colore, per quanto sporadico.
Voto: 6 ½
PAOLO SIMONI
“Le parole”
Convenzionale, classico, suona come un Toto Cutugno poco ispirato. Ed è un peccato, perché Paolo ha nel suo carnet brani decisamente più interessanti e meno noiosi.
Voto: 5 ½
BLASTEMA
“Dietro l’intima ragione”
Decisamente il pezzo meno immediato, sono indie e non si nascondono dietro a un dito, questo va apprezzato. Struttura e suoni più che interessanti, manca, paradossalmente, di grinta e ritmo e, al contempo, di una linea melodica precisa. Rimasto in canna (e negli anni ‘90).
Voto: 6
Considerate le quaterne, è ipotizzabile una finale a 4 uomini: Il Cile, Rubino, Maggio e Nardinocchi (quest’ultimo potrebbe cedere il passo però alla Porceddu).
Per quanto il brano non sia uno dei suoi migliori, la popolarità de Il Cile, capace di mettere d’accordo pubblico e critica, dovrebbe infine prevalere, tallonato però dall’outsider Renzo Rubino, che ha suscito consensi più o meno unanimi. Terzo incomodo Antonio Maggio, con un pezzo obiettivamente a presa rapida.
Venerdì scopriremo chi succederà al giovane Alessandro Casillo.
13 febbraio 2013 |