Il 63° Festival della Canzone Italiana, in onda da domani, martedì 12 febbraio a sabato 16, comincia sulla notizia delle dimissioni di Papa Benedetto XVI e sotto la minaccia di “Big Snow”, la tempesta di neve che sta sferzando il nord Italia (le colline intorno a Sanremo sono infatti imbiancate). Che gli àuguri e gli aruspici traggano le loro debite conclusioni.
In un periodo di crisi, spread, istituzioni che decadono o che si modificano drasticamente (come appunto il papato che vacilla), pare che una delle poche certezze rimaste nel nostro paese sia il rimasto proprio il Festival della Canzone Italiana, da sempre considerato una sorta di Zeitgeist, un termometro della società dove ci sono passati tutti (o quasi), da Louis Armstrong a Paul McCartney, da Battisti a Mina.
Che tutti (o quasi) dicono di non vedere, poi smentiti dallo share che sfonda sovente la soglia del 50%.
LA CONFERENZA STAMPA:
Alla conferenza stampa di apertura di oggi erano presenti Fabio Fazio (terzo Festival per lui, dopo gli ottimi risultati del 1999 e del 2000), il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato (quarto anno), il Direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, la “guastatrice” Luciana Littizzetto, che aveva “promesso” di restituire il canone RAI se non dovesse risultare all’altezza delle aspettative.
È lei a prendere subito la parola, con ironico spirito da maestrina: “Fabio, inizia tu che almeno la smetti con questo Twitter, sembra di stare a scuola. Si è dimesso il Papa, ti propongo come camerlengo”. Il rapporto fra loro due sembra sempre più simile a quello di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.
Fazio riporta il discorso sul nocciolo della questione: “Questo è un Sanremo fatto in casa, leggero, divertente, allegro, in cui la musica è davvero al centro. La grande novità sono le due canzoni presentate da ogni Big, sono brani particolarmente interessanti, destinati a essere ricordati e a restare negli anni. Luciana è Lady Sanremo, credo proprio che ci divertiremo”.
“Fabio è nato vecchio, gli hanno messo un fiocco grigio, va a letto alle 22, sarà difficile arrivare alla fine delle serate… Sono felice di essere qui, abbiamo fatto delle prove, mi spostano come un pezzo di mobilia, sono sempre nel posto sbagliato nel momento sbagliato… Se sbagliava la Canalis almeno era gnocca, io non me lo posso permettere… So che devo fare attenzione a quello che dico…”
Ci si chiede se Fazio riuscirà davvero, come negli intenti, a conciliare musica colta e musica popolare, mixando nelle 5 serate il Wagner suonato da Daniel Barenboim con i Ricchi e Poveri, l’omaggio a Verdi per il bicentenario e Toto Cutugno, Daniel Harding con Albano.
“Tra scelta televisiva e scelta musicale abbiamo optato per la musica, la contemporaneità. La tradizione è mantenuta dagli ospiti e dalla serata Story del venerdì. So che è una scelta coraggiosa ma questa è l’unica possibilità per provarci”.
La RAI, nella persona di Giancarlo Leone, appoggia pienamente questa scelta che è stata condivisa dall’inizio: “Abbiamo preferito partire da un nuovo progetto, senza l’ossessione degli ascolti”. Come già aveva dichiarato nella conferenza stampa del 4 febbraio, “Ci accontenteremmo di stare intorno al 41% di share, a metà strada fra i risultati deludenti del 2008 e quelli invece ottimi delle ultime 4 edizioni, targati Bonolis, Clerici e gli ultimi due Morandi”.
E che fosse un Festival diverso dal solito lo si è capito dal cast nomi giovani, alcuni quasi emergenti o semisconosciuti al grande pubblico (curiosità: le iniziali di 7 artisti su 14 iniziano con la lettera“m”).
Basti dire che, Elio e band a parte, il “decano” è Max Gazzè, classe 1967, mentre l’unico ex vincitore di un passato Festival è Simone Cristicchi (Ti regalerò una rosa vinse nel 2007), mentre Gualazzi prevalse nei Giovani nel 2011.
Un festival contemporaneo, dal marcato appeal radiofonico, senza nomi di grandi classici inseriti per attrarre un pubblico trasversale; insomma, per usare una metafora presa in prestito da una canzone in gara di Simona Molinari, è come uno scontro fra Dr Jekyll (Il Festival della Canzone Italiana, ossia la musica) e Mr Hyde (ossia il “Festival di Sanremo”, tutto quello che si è aggiunto negli ultimi decenni per motivi prettamente televisivi e di spettacolo).
LA PRIMA SERATA:
Confermata la presenza di Crozza domani. “Non so cosa farà o cosa dirà”. Come Lucianina, del resto.
Gravita la “minaccia” della par condicio, accompagnata dalle recenti polemiche partite dall’ex premier Silvio Berlusconi, che voleva che il Festival fosse spostato causa elezioni la settimana successiva, spera che non sia il Festival dell’Unità.
Garantisce imparzialità lo stesso Leone: “Non sarà un Festival dell’Unità né tantomeno politico. Quello che io ho visto durante le prove è un clima di allegria, di gioia, di musica. C’è una percezione esterna sbagliata, il Festival non entrerà in gamba tesa sulla politica”.
Oltre a Crozza, per domani è previsto come ospite Toto Cutugno, che si porterà il coro dell’Armata Rossa (40 elementi, 3 ufficiali compresi).
Questa la scaletta dei 7 Big che si esibiranno domani in ordine di apparizione e gli ospiti proclamatori della canzone che passa il turno:
Marco Mengoni (Marco Alemanno)
Raphael Gualazzi (Ilaria D’amico)
Daniele Silvestri (Valeria Bilello)
Simona Molinari con Peter Cincotti (Flavia Pennetta)
Marta sui Tubi (Cristina e Benedetta Parodi)
Maria Nazionale (Vincenzo Montella)
Chiara (Stefano Tempesti)
La scelta tra le due canzoni dei Big avverrà subito, non al termine di tutte le esibizioni.
LA STAMPA ACCREDITATA
Gli accrediti per la stampa quest’anno si assestano globalmente sui 1.010, con esplosione del web (30% di presenza in più).
Media stranieri presenti al Festival da Romania, Russia, Ucraina, Svizzera, Bulgaria, Francia, Slovenia, Spagna, Canada, Gran Bretagna, USA.
Andrea Grandi
11 febbraio 2013 |