Tira aria grama a Sanremo. Anzi, peggio, aria di commissariamento.
Non certo per gli ascolti, mai così alti per una prima serata dal 2005 (quasi 50% di share in media e 12 milioni e 700 mila spettatori).
A che prezzo però? L’intervento di Celentano ha creato, come era immaginabile, un turbinio di polemiche.
Sono arrivate condanne dai partiti abbastanza bipartisan, dal PD al PdL, fino, ovviamente, ad esponenti politici cattolici, come Roberto Formigoni e Rocco Buttiglione.
Mazza, nella conferenza stampa odierna, ha preso di nuovo le distanze, in particolare sull’invocazione del Molleggiato a chiudere Avvenire e Famiglia Cristiana: “La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai. Sono cose brutte, e ad ascoltarle si avvertono i brividi lungo la schiena. Mi ricorda la minaccia delle bombe per Il Secolo d’Italia. Celentano è un grande cantante, ma un pessimo telecomunicatore. Sappiamo però chi ci mettiamo in casa: se si prende Celentano, lo si prende con il fiocco, tutto compreso´´.
Tranchant, come una doccia fredda, è arrivato in tarda mattinata uno scarno comunicato rilasciato dalla Rai: “Il Direttore Generale, Lorenza Lei, dopo aver ascoltato informalmente il Presidente e i Consiglieri di Amministrazione presenti, ha deciso, di fronte alla situazione che si è venuta a creare, di inviare il Vide Direttore Generale per l’Offerta, Antonio Marano, a coordinare con potere di intervento il lavoro del Festival di Sanremo”.
Insomma, Celentano non può più avere carta bianca, anche se Mazza si è premurato di minimizzare, dicendo che la funzione di Marano è sempre stata quella di coordinamento. “Viene ad aiutarci nel coordinamento. Il Direttore Artistico conosceva Celentano, resto meravigliato di fronte a tanta meraviglia, sull’intervento di Celentano. Nel contratto era prevista la libertà di espressione dell’artista, libertà che gli è stata riconosciuta dalla Rai. A ognuno giudicare se non ha travalicato il codice etico della rete, come dare del deficiente a un collega (Aldo Grasso del Corriere, ndr); non mi va di entrare nel merito del suo intervento. La Rai si è confermata come una rete libera, che lascia esprimere liberamente le idee. Il discorso vale comunque anche per Luca e Paolo, troppo scurrili, forse per carenza di idee. Hanno anche fatto un errore, il canone Rai non è un abbonamento. Auguro loro buon lavoro, anche se questa satira graffiante su Mediaset non la sfoderano”.
Gianmarco Mazzi ostenta fiducia e serenità: “Noi andremo avanti per la nostra strada, il percorso delle restanti serate è ormai tracciato, ma ben venga se avremo a fianco un grande dirigente come Marano. Vedremo questo commissario, come lo stanno chiamando le agenzie stampa, con che grado arriverà e con quali strumenti. Non concordo con Mazza che ha sostenuto che non c’è stato l’effetto Celentano: con questi ascolti, se non lui, chi altri? In merito alla sua performance, in controtendenza anche rispetto all’opinione delle community sul web, per me è stata eccezionale, non potevo aspettarmi di meglio. Credo che un artista che ha il coraggio di seguire sempre strade non battute debba essere rispettato, così come la beneficienza che farà, coi suoi soldi, in modo pubblico, è esemplare, che dovrebbe seguire chi può farlo. Resto sorpreso che questo aspetto non sia stato colto. Anche la scelta di proporre canzoni non del suo repertorio più famoso, andrebbe maggiormente apprezzata. Quello che ha detto sulla stampa, era un’esagerazione, un’iperbole, da contestualizzare all’intero discorso. Per me non è un grave epiteto nemmeno la parola deficiente, dal latino carente”.
Si gioca a minimizzare tutto, insomma. Almeno da parte della direzione artistica. La Rai sembra pensarla in modo diverso. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni se ne sentiranno ancora delle belle, poco ma sicuro.
Anche Morandi ha voluto dire la sua sull’ipotizzato commissariamento: “Anch’io posso dire la mia sulla costruzione del Festival; nel mio contratto, come in quello di Gianmarco, c’è un certo spazio di autonomia. Magari viene a vedere che aria tira a Sanremo, perché non c’è Ivana o perché non ha funzionato il meccanismo di votazione della giuria demoscopica, non credo per cambiare la linea di questo Festival”.
Fervono anche le polemiche per l’inceppamento del voto della giuria nel corso della prima serata.
Il sistema è andato in stallo già nel corso della votazione della seconda esibizione, dovuto a un calo di energia elettrica (questa la versione della ditta appaltatrice del meccanismo di voto, smentita però in diretta dalla stessa Rai). Resettare gli smartphone occorreva molto tempo e la direzione tecnica ha poi deciso di annullare il tutto. Le schede cartacee, una delle soluzioni ipotizzate nel corso della diretta, sono state presto abbandonate perché non previste e perché avrebbero vanificato il metodo dell’omogeneità del voto.
Mazzi: “Odio nei confronti degli artisti dare quest’impressione di sciatteria e scarsa attenzione. Io mi ero raccomandato, perché era la prima volta che la società appaltatrice entrava in gioco. Se dovesse ripetersi anche questa sera, non sarebbe tollerabile. Abbiamo vagliato varie ipotesi e compromessi, in alternativa: alle 18.30 incontro le giurie sempre all’hotel Ritz affinché arrivino in sala avendo già fatto un ascolto, con testi sottomano. Si è quindi deciso di farli votare a protezione direttamente nel tardo pomeriggio, con la presenza del notaio. In caso di incidente tecnico durante la diretta, verrà tenuta in considerazione questa votazione. Credo sia la soluzione più ragionevole”.
Per tornare alla prima serata e ai suoi ottimi risultati in termini di ascolti, Morandi si è detto soddisfatto: “Non c’era l’effetto sorpresa del mio primo Festival, la forza di Adriano ha creato sicuramente una maggior forza. Questo 3% di share in più mi fa molto felice. Rivedere Celentano in tv dopo tanto tempo è stato bello. Non credo che le canzoni siano state un contorno, la maggior attenzione sul Festival favorisce tutti. Questo è l’unico spazio dove un cantante può presentare un suo progetto, garantendogli grandissima attenzione e rispetto”.
Andrea Grandi
15 febbraio 2012 |