Ammettiamolo: pezzi orribili e indegni quest’anno non ce ne sono.
Ognuno ha una propria ragion d’essere, anche se la varietas musicale è limitata: le ballate pop rock spadroneggiano, qualche incursione nel folk e un po’ di buon cantautorato.
Ma veniamo subito ai pezzi, in rigoroso ordine di esibizione:
LUCA BARBAROSSA & RAQUEL DEL ROSARIO – “Fino In Fondo”: pezzo molto orecchiabile, testo un po’ banalotto; la voce di Raquel è bella e limpida, e la sua pronuncia dell’italico idioma è buona; il problema è non si amalgama perfettamente con quella di Luca. Un Barbarossa molto, molto pop; pure troppo.
Voto: 5 e mezzo
ANNA TATANGELO – “Bastardo”: abbandona la canzone melodica per una svolta inaspettatamente rock, con un ritornello che è un vero grido di rabbia, con gran dispiego di archi nel finale, ma la linea melodica è incerta e poco accattivante. Spiazzante ma un po’ inconcludente, al di là dell’invettiva.
Voto: 5
AL BANO – “Amanda è Libera”: parte contenuto nell’intro, quasi contrito, prima di liberarsi (quasi) a pieni polmoni nel refrain (soprattutto nel salto di tonalità del secondo); cori e flebili richiami tribali.
Finale pirotecnico ma non manieristico. Apprezzabile, almeno nelle intenzioni.
Voto: 6-
GIUSY FERRERI – “Il Mare Immenso”: lei è visibilmente dimagrita e lascia intendere subito dall’attacco la voglia di svoltare (finalmente) sul rock. Lo fa con un brano non immediato, specialmente nelle strofe, ma dagli arrangiamenti curati e non banali. Da tenere d’occhio.
Voto: 6/7
LA CRUS – “Io Confesso”: fra i pezzi più belli e originali, ricco di atmosfera e di pathos, grazie anche al supporto del soprano Susanna Rigacci, solista di Morricone; notevole lo stacco fra l’intimismo della strofa e l’efficace inciso, fino all’intensa supplica finale, “Un’altra possibilità, un’altra possibilità…”
Voto: 7 e mezzo
MODà con EMMA – “Arriverà”: i favoriti della vigilia (chissà gli scongiuri che faranno) dimostrano di avere una bella complicità vocale sui ritmi sincopati iniziali e sul refrain un po’ pomposo ma ad effetto, quasi un valzer rock. “Arriverà” in alto? Sicuramente in radio.
Voto: 6/7
NATHALIE – “Vivo Sospesa”: ha l’aria un po’ cupa e tesa la vincitrice dell’ultimo X-Factor (causa intervista bomba che ha suscitato un vespaio?); parte al piano, per un inizio piacevolmente vintage, per poi veleggiare in un climax vocale su sonorità decisamente più rock rispetto a “In Punta di Piedi”. Buona costruzione in crescendo, ma il finale è un po’ tronco, mentre ancora si cerca di individuare un ritornello. Da riascoltare (meglio su disco).
Voto: 6/7 (sulla fiducia)
ANNA OXA – “La Mia Anima d’Uomo”: entra in scena con deciso passo felino e in perfetta forma fisica, sorridente e persino danzante, lontana anni luce dalla cupezza del “Processo a me stessa”; questo è un brano rock difficile da cantare (e da ascoltare), ma che affronta vocalmente con sorprendente sicurezza, fino allo scoppiettante finale.
Voto: 7-
MAX PEZZALI - “Il Mio Secondo Tempo”: pezzo prevedibilmente molto easy listening, musicalmente quasi sbarazzino e ritmato (echi dei primi 883) ma piacevole e onesto. L’originalità però sta a un altro indirizzo.
Voto: 6
TRICARICO – “Tre Colori”: filastrocca semplice, emozionante e dolce; la voce è ancora indecisa ma su questo pezzo ci calza a pennello; buono l’apporto al piano di Mesolella, autore del brano.
Voto: 6 e mezzo
DAVIDE VAN DE SFROOS – “Yanez”: folk allegro, orecchiabile e quasi ballabile ma senza particolari picchi; suona più romagnolo che lombardo. Difficile seguire il testo (e lo dice un milanese doc), causa forse l´acustica non perfetta.
VOTO: 5 e mezzo (ma mi riservo di risentirla meglio)
ROBERTO VECCHIONI – “Chiamami Ancora Amore”: lezione di canzone socialmente impegnata ma non retorica, e senza rinunciare alle melodia, intensa e struggente.
Voto: 8
PATTY PRAVO – “Il Vento e le Rose”: sempre Diva, attacca il solito chewing-gum sul microfono e si lamenta del gobbo elettronico che non è a posto; il pezzo ha un inizio aereo che ben si apre sul ritornello, ma non è nulla di eclatante, melodicamente parlando. Vocalmente Nicoletta tiene bene, questa volta.
Voto: 6
LUCA MADONIA e FRANCO BATTIATO – “L’Alieno”: contaminazioni elettroniche (il Maestro insegna) ma piacevole e scorrevole, a tratti cantilenante; la voce di Madonia è gradevole, ma il ritornello è più traballante della strofa. Alla fine entra il Poeta, al piano, per un breve cameo e per il refrain finale. Brano dalle 1.000 attese ma non così robusto, e che ricorda almeno una mezza dozzina di altri pezzi.
VOTO: 6 e mezzo |