Gli U2 sono finiti nel mirino delle associazioni ambientaliste, che li hanno aspramente criticati per i danni che il loro mastodontico "360° Tour" provocherà. Gli ambientalisti ritengono infatti che la colossale macchina operativa che serve per portare in giro l’allestimento scelto dalla band lascerà un’enorme impronta sul pianeta in termini di emissioni di carbonio: una scelta quindi abbastanza ipocrita per una band che dichiara di impegnarsi per salvare il pianeta. L’ambizioso tour, composto di 100 concerti in 18 mesi, vedrà gli U2 viaggiare per 70.000 miglia aeree sul loro jet privato: aggiungendovi le oltre 200 persone dell’entourage necessarie per mettere in scena l’ambizioso palco a stazione spaziale aliena voluto dalla band e le circa 90.000 persone che viaggeranno per vedere ognuno degli spettacoli, ci si rende conto di come l’impatto sull’ambiente sia vasto.
Il consulente ambientale del sito web Carbonfootprint.com Helen Roberts sostiene che: "L’impronta lasciata dai 44 concerti degli U2 di quest’anno è uguale a quella che i quattro membri della band creerebbero percorrendo su un aereo passeggeri i 55.000 milioni di chilometri che separano la Terra da Marte. Bisogna poi aggiungere le emissioni per lo stesso numero di concerti l’anno prossimo. Per annullare le emissioni di quest’anno gli U2 dovrebbero piantare 21.118 alberi".
Tutto ciò sembra molto lontano dalle affermazioni fatte l’anno scorso a Tokio dal multimilionario Bono: “La mia speranza è che possiamo migliorare nel modo in cui trattiamo il pianeta”.
(A.L.)
(09 Luglio 2009) |