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FEDERICO ZECCHIN |
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ZECCHIN:´IL MIO MONDO JAZZ´ |
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Dopo il riscontro di pubblico per il primo showcase in territorio milanese di Federico Zecchin in occasione della presentazione |
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Dopo il riscontro di pubblico per il primo showcase in territorio milanese di Federico Zecchin in occasione della presentazione di "Sotto gli occhi del mondo", abbiamo avuto l´occasione di intervistare telefonicamente l´artista veneto, entusiasmando gli spettatori presenti.
L’ensemble del cantautore, formato da elementi pregiati del panorama jazzistico italiano ed internazionale, ha regalato al pubblico uno show entusiasmante e di altissimo valore. Nel corso dell´intervista trapela la passione di Federco per alcuni grandi artisti del passato e l´inevitabilità, per un musicista, di apprezzare ad un certo punto il jazz. Sotto gli occhi del mondo ha avuto una gestazione molto lunga. Come mai hai fatto passare tutto questo tempo? "L´album ha avuto una gestazione molto lunga perchè nel passato ho fatto altro: da mecenate a numerose edizioni di dischi attraverso Ninfee, promuovendo Enrico Rava, Paolo Fresu, Paolo Pirro e Franco D´Andrea. Da lì mi sono un po´ fermato, ho fatto di spalla ai Simple Minds ed ho potuto scrivere le mie canzoni in tranquillità, senza avere l´assillo di produrre, di fare come molti artisti fanno. Io invece lo faccio quando ne ho voglia e quando ho qualcosa da dire così ho messo da parte una serie di canzoni. "Sotto gli occhi del mondo" è nato perchè mi hanno consigliato di non tenermi dentro questa cosa, di farla venir fuori al meglio. All´inizio ero scettico ma poi mi sono convinto". Cos´è cambiato nel tuo modo di fare musica, al di là della passioni? "Quando ascolto le cose che scrivevo quando avevo 18-24 anni le trovo totalmente differenti da quel che faccio ora. In gioventù ascoltavo Lolli, De Andrè, De Gregori. Poi magari Fossati, da quando ha fatto la pianta del tè. Se devo poi prendere Lou Reed che a me piaceva tantissimo perchè era il cantante che cantava della spazzatura della Metropoli. Tra Dylan e Lou Reed preferivo Lou Reed. A livello musicale sono fusion, adoro i Wheater Report, ma anche Miles Davis".
Come nasce la tua passione per il jazz? "L´ho scoperto grazie a maestri del genere che poi sono diventati professori e maestri del genere. Quando inizi a far musica e suoni uno strumento è inevitabile per me arrivare al Jazz. Credo sia un passaggio naturale... all´´inizio fai pop erchè sei fissato col 4/4, poi inizi a ragionare a 7/8, non se solite cose... Non tanto il jazz standard classico. nel 79 ho visto il primo concerto dei weather Report a Mestre e in formazione c´era ancora Jaco Pastorius. Quando vedi quei concerti a 19 ti si apre un mondo e pensi ´questa cosa qua è una bomba!´". (g.l.) (01/09/2008) |
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01/09/2008 - Zecchin:´Il mio mondo jazz´ |
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