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ROKIA TRAORè |
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ROKIA TRAORE´ LA FIGLIA DEL MALI |
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Rokia Traorè è un´artista africana, figlia di un diplocatico di Mali di istanza in Usa, Europa e Medio Oriente, che ha studiato |
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Rokia Traorè è un´artista africana, figlia di un diplocatico di Mali di istanza in Usa, Europa e Medio Oriente, che ha studiato a Bruxelles e ha fatto parte di una rap band prima di decidere di tornare nel Mali per creare la musica che aveva in mente. Rokia la descrive come “non pop, non jazz, non classica ma qualcosa di contemporaneo eseguito con strumenti tradizionali". Prima del concerto al Rolling Stone di Milano in occasione dell´uscita di "Tchamantché", suo quarto lavoro da studio, si coglie nelle sue parole la passione per la sua terra (il Mali), per la musica europea (classic jazz in particolare) e per un nuova visione di musica world, ancora più aperta al pop, al rock e alle contaminazioni fra culture. In questo nuovo lavoro hai sperimentato alcune nuove situazioni. Puoi spiegarci quali direzioni hai preso? "Per otto anni abbiamo lavorato ad un progetto insieme ad alcuni musicisti dell Africa dell´ovest, che hanno un approccio più classico e più acustico. E´ stato il primo progetto completamente gestito da me. Poi, quando ho iniziato a muovermi più decisamente sul versante acustico pensavo fosse solo un semplice interesse, ma oggi posso dire che è molto più che una passione. Avevo bisogno di tornare alle mie origini anche attraverso i miei genitori: nella mia musica spesso c´è un grande balafon, che è tipica della mia regione: ho sentito la necessità di tornare al villaggio per capire come era fatto".
Valuti quindi il tuo percorso artistico come un ritorno alle origini? "Attraverso i tre album, ogni lavoro ha qualcosa di più rispetto al precedente. Il penultimo era un circolo con tantissime strade, e ´Tchamantché´ ne ha ancora di più: tutto ciò è una cosa molto importante per un album world. Il concetto di musica world è cambiato, ora c´è dentro davvero di tutto, dalla musica africana a quella brasiliana. La mia idea era mettere assieme la musica dell´Africa occidentale a quella europea: per molte persone non c´è differenza nella musica africana fra quella del Mali e quella nigeriana, ad esempio. Ma la musica malese comprende a sua volte un enorme quantità di generi e sottogeneri. Io sono qualcos´altro ancora". Il Mali è una nazione ad alto tasso di appassionati di musica. Come descriversti la sitazione della tarre che ti ha dato i natali? "Assolutamente. Abbiamo così tanti generi e stili... quando non eravamo liberi, la maggior parte dei musicisti si trasferiva a Cuba, proprio perché prima il Mali era uno stato comunista. Da quando c´è la democrazia moltissimi artisti sono tornati in Africa per imparare la musica delle origini e per mischiarla a quella cubana. La mia idea è portare la mia musica che è world music anche ad orecchie che non sono così abituate anche attraverso i miei gusti che sono quelli di una ragazza che ha avuto l´occasione di viaggiare. Mi piace il jazz, il rock e nella mia musica queste influenze si sentono, inoltre sono molto impegnata in progetti diversi dalla musica". Come nasce la tua passione per Billie Holiday e cos´hai provato a far parte del tour che celebrava la vita di Billie Holiday, ‘Billie and Me Project’? "E´ stato interessante per me lavorare su questo tipo di soggetto anche perchè l´ho scoperta attraverso mio padre che ascoltava musica classica e jazz. Lui aveva un background più classical jazz che modern jazz non apprezzava ad esempio Miles Davis perchè secondo lui la musica che scriveva era troppo pensata. Questo tipo di impostazione mentale l´ho presa da lui, ed ora anch´io sono diretta quando scrivo musica". (luca garavini) (04/08/2008) |
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04/08/2008 - Rokia Traore´ la figlia del Mali |
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