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Gli Atari sono due musicisti/videogamers incalliti per le immagini e i suoni ad 8-bit. Patiti delle consolle di videogiochi d´annata, delle quali riprendono l´estetica essenziale, i suoni e le immagini. Hanno all´attivo due demo auto-prodotte, "8 bit love" e "People Said". La band ha partecipato alla compilation tributo "Repetition Bowie" (Midfinger records/Venus) con la cover del brano "Hello Spaceboy" e alla compilation "Bit Beat" edita da To Lose la Track distribuita da Audioglobe. Il duo napoletano degli Atari sta già facendo parlare molto di sè per il loro incredibile album d´esordio, "Sexy Games For Happy Families", conquistandosi di diritto il posto fra gli NwFriends. Vi segnaliamo il loro Space, dove potrete trovare uttte le date della loro tournée in vista per il 2008.
è stato registrato nel mese di Agosto 2007 dal producer napoletano Mario Conte, già al mixer di Meg ed EPO. L´album è prodotto e pubblicato da Freakhouse records, etichetta nata dall´esperienza ventennale in ambito editoriale di Giulio Di Donna e Daniele Lama, della redazione dello storico magazine Freak Out; ed è distribuito da Venus. Senza dubbio la più "fresca" ed interessante band in circolazione nella scena indipendente nazionale, gli Atari sono: Player1 e Player2.
La loro musica è un frullato allucinante di electro-pop, synth-rock a 8 bit (?!), inflessioni new wave e melodie irresistibili. Riferimenti? Immaginate i Beatles impegnati a giocare a "Pong", o i Blur alle prese con gli "Space Invaders"...o ancora: i Soulwax inseguiti dai fantasmini di Pac Man! Tastierine, ritmi elettronici, attitudine rock´n´roll e inflessioni new-wave sono la base per canzoni brevi e trascinanti, dall´irresistibile appeal pop. Dal vivo sono a dir poco strepitosi. Dopo oltre 40 date live in tutta Italia senza un contratto discografico, gli Atari diventano un fenomeno mediatico. Hanno avuto la possibilità di esibirsi per due anni di seguito su palchi importanti come quello del Neapolis Festival, dimostrando di non avere niente da invidiare agli artisti che l´hanno succeduti, raccogliendo consensi da parte di Digitalism, Who Made Who, I´m From Barcelona, Jason Forrest, Tiga, HowieB.
Ecco i primi feedback della stampa: (recensione su Blow Up - Voto 8/10) Perché ricorrere a tanti giri di parole quando Poisoned Apple Pie è un capolavoro, perfetta per adrenalina, vertigine e cambi di tempo? E dire che il duo napoletano riserva altrettanto in tutti i brani, come sale sulle pietanze: dalla beatlesiana I can´t stop biting my nails a Blow in cart generation che fa il verso al Beck di New Pollution, dai Duran 80s che reggono Cyber Candy alla pista neworderiana dell´altro singolone Museum Supermarket. (…) Disco più che brillante, ricco di particolari e filologia, senza apparenti punti deboli anche in fase di arrangiamento, sostenuto da un network con le idee molto chiare (…). (Blow Up, rubrica “Mogli & Buoi”, di Enrico Veronese). (…) Due fustini di Wombats in cambio dei ragazzi napoletani? No grazie, mi tengo il mio Atari, il primo grande disco italiano del 2008. (recensione su D-La Repubblica delle Donne) Rock.Disco.Glam. Elettronica 8 bit. Musica pop e ricordi televisivi. Questi gli elementi che formano l´amalgama della musica degli Atari. Un disco che stupisce e coinvolge dalla prima nota. Un disco da sparare a tutto volume mentre si è in coda ai semafori, oppure da mandare in loop come sfondo musicale per un party in casa.
(Il mucchio.it) C´è di mezzo Mario Conte, e già questa è una garanzia: infatti “Sexy Games For Happy Families” suona che è una meraviglia, già la eleggiamo in tal senso come una delle migliori uscite italiane degli ultimi anni, e attenzione non parliamo solo di prodotti indipendenti. Il mixaggio è da manuale. (…) Le canzoni, in lingua inglese, sono tutte costruite a puntino, sui suoni abbiamo già detto la nostra. Prodotto di classe superiore, nella sua confezionatura sonora (un esempio? “I Can´t Stop Biting My Nails”). Viene ad augurare, agli Atari, di non rimanere troppo impastoiati negli spazi (e nelle beghe) delle scene indie di casa nostra, ma di spiccare subito il volo verso contesti su scala europea. (…)
(da Il Mattino del 10 gennaio 2008) L´appeal british degli Atari è indiscusso, come la loro propensione per la costruzioni di melodie a presa rapida, dalla struttura analogica mascherata dalla limitata gamma elettronica del sound «8 bit». «Atari boy» e «Have you played Atari today» sono una sorta di dichiarazione di fede, la prima è pronta per essere riscoperta come colonna sonora di spot, se non addirittura di videgiochi prossimi venturi. Ma rispetto alla musica applicata del terzo millennio, che è appunto quella che viene consumata con le console multipiattaforma, il duo newpolitano ama il breve formato del pop, analogico e non, evita gli anelli minimalisti in favore dell´orecchiabilità immediata. Capita così che «Poisoned apple pie» richiami i Visage, mentre «8 bit love» e «Museum supermarket» scelgono punti di riferimento più griffati, come i primi Depeche Mode e New Order. Della prima generazione di pop elettronico c´è l´ingenuità di quelle band che scoprirono per prime le possibilità di rudimentali batterie elettroniche e tastierine digitali che oggi sembrano dei giocattoli, ma negli anni Ottanta sembrarono destinate a sconvolgere il mondo, e in qualche modo, lo fecero. «Blow in cart generation» profuma di David Bowie e che non si tratti di un modello casuale lo rivela la partecipazione del gruppo a «Repetition tribute», una compilation dedicata al culto del Duca Bianco. «I can´t stop beating my nails» riporta invece l´orologio ancora più indietro, ai Beatles, tornando al ragionamento sulle sonorità naif e positive che, altrove, conducono anche ai primi strepitosi Xtc, e, per contrasto, ai Devo di «Mongoloid». I groove saltellanti e danzabili sono già pronti per interventi di remix e si accompagnano a testi che parlano di amori interstellari, robot squillo, idiozia dei mass media, torte di mele avvelenate e videogiochi che non funzionano. Ovvero del problema più grave possibile per Player 1 e Player 2.
(recensione su Beat Magazine - Voto 8/10) (...) Il risultato è un gustosissimo frullato di suoni che rimangono in testa più di un anatema: la ragione è che tutti in fondo hanno giocato ai “giochini” e così conosciamo quel tipo di effetti e rumori. Ora mettetevi comodi e gustatevi gli Atari, il loro mondo divertente di Sexy Games For Happy Families, dieci brani vi terranno attaccati al joypad – pardon alle casse.
(recensione su Music Club) (…) Il cd parte con “Atari Boy”, una marcetta da sigla iniziale di videogame di quelli di una volta (di quelli di quando eravamo giovani...) e già mi commuovo. Segue “Poisoned Apple Pie”, e se mi avete seguito finora il titolo può bastare a descrivervi il brano: pop danzettoso dannatamente beatlesiano ma con dei synth altrettanto dannatamente depechemodiani. Splendido! “Platform Ambulance” è il pezzo per il quale li odio. Perché avrei voluto farlo io!!! La scansione ritmica della sirena di un´ambulanza applicata ad un gioiellino pop con tanto di vocoder! Maledetti!!!! Tornando al beatlesismo, in “Think above You” c´è pure spazio per una parte psichedelicheggiante in cui i synth si comportano come fossero dei sitar... “Museum Supermarket” è quella che potremmo già definire la “hit” degli Atari, almeno per la sua orecchiabilità sommata a quante volte l´abbiamo già sentita!! Il cd si conclude con “Have You Played Atari Today” che sembra uno strano caso di Daft Punk a 8 bit... (…)
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