Un sold out non annunciato che mostra il reale valore della cantante di adozione torinese.
Data meneghina per Levante , la giovane cantautrice ha lasciato tutti a bocca aperta e in trepidante attesa di “Manuale Distruzione" in uscita nel 2014. Una Salumeria della Musica gremita e allestita a festa l’ha accolta ieri sera. Gente ovunque è stato il diktat, contro i pronostici del calendario milanese. La Festa di Alfonso ha segnato il sould out, neanche fosse un party esclusivo. Tutina minimal e tacco, tanto che spesso mi sono chiesta come riusciva a saltare come se non avesse scarpe ai piedi.
Regina indiscussa e interprete vera di canzoni che escono dall’animo, anche quando le scelte di cover ricadono su testi propri dei componenti della band che la stanno seguendo, in questo non-tour per sua definizione. Nadàr Solo, Bianco e si permette ai presenti di accedere a musica nuova, non facilmente fruibile a meno che tu non sia un estimatore.
Ammetto, ieri di estimatori ce ne erano tanti, una moltitudine non contabile di occhi e teste. Lei così minuta, eppure così forte. Levante suona bene e visti i tempi non è così scontato, Levante canta e modula la voce come uno strumento, senza necessità di eccedere in vezzi no-sense.
A La scatola blu, Memo e Alfonso (rivisitato anche in chiave reggae con conseguente movimento di anche) si aggiungono piccole anticipazioni di quello che sarà il suo album. La cosa che stupisce della torinese d’adozione è la sua totale sincerità. Le feste di Alfonso sono ondate di onestà, non puoi fare a meno di notarlo. Non ci sono maschere o modi di essere, ci sono occhi commossi perché “quanto male fa quella parola che non ti dirò”, un nodo in gola, una lacrima. Ci sono sorrisi gratuiti, c’è la tenacia di chi si è rimboccata le maniche e le dita “se questa è la guerra combatterò” e “mi rialzerò in piedi quando potrò”, mettendo in note sensazioni ed emozioni, mettendosi davvero a nudo e non recitando una parte come ormai siamo avvezzi a vedere. Profumo di vero, di testi sentiti, di emozioni sviscerate.
Non so voi, ma io Alfonso lo ringrazio perché attraverso la sua raffigurazione, ieri sera gli invitati a questa festa hanno assistito a una performance che lascia brividi e sorrisi. Se avessi scommesso sulla timidezza di fronte a cotanta gente, avrei perso mestamente. Levante si è mangiata quel palco in un sol boccone dimostrando di non essere solo una gran cantante, ma anche una perfomer che non è mai banale, visti i pali che spesso si vedono calcare le scene. Tra applausi e bis, tra occhi e orecchie in costante tensione emotiva, tra tentativi (miei nda) di ballo, tra il cantare fino a svociarsi questa vita è un po’ meno di merda e ci sentiamo tutti un po’ meno inadeguati.
Elena Rebecca Odelli
4 dicembre 2013 |