Sotto Casa arriva a Carroponte e non è un gioco di parole
C´è Carroponte e c´è Max Gazzè.
Rettifico: c´è Carroponte, c´è Max GAzzè e c´è "un colpo d´occhio" che altro non è se non un fiumana di persone.
Sotto Casa ha portato parecchia fortuna, forse sarebbe megio dire "il giusto merito" a questo artista con la A rigorosamente maiuscola. Lo si evince subito, con un colpo d´occhio sul "colpo d´occhio" di persone (scusate il gioco di parole) accorse ieri sera per la sua data milanese. Non ci sono le ragazze in piena crisi ormonale, ci sono i veri fruitori musicali, non FANatici ma ascoltatori con un passo distanziato e attento al suo percorso musicale.
Trovi quindi famiglie, ragazzi e ragazzi, sinore e signori e la cosa che ti stupisce è il grande affetto ma anche i grande rispetto nei confronti di questo artista romano e della sua musica.
Gazzè è un Artista, una persona in grado di reinventarsi e sperimentarsi non seguendo l´onda musicale del momento, ma cercando di apportare ogni volta qualcosa di innovativo.
Lo si capisce dai suoi brani, è chiaro se ascoltati lì in sequenza per 120 minuti di concerto. Un live semplice ed essenziale fatto di pochi artefizi e molta musica di qualità, uno di quelli a cui partecipi per godere delle note e delle sillabe che escono dagli strumenti e dalla bocca; uno di quelli a cui vai per assaporare il ricordo che ogni brano della sua carriera ha lasciato nella tua vita.
È così per Vento d´estate che rispecchiava la canzone adatta per i tuoi viaggi interminabili alla volta di qualche spiaggia perduta, per Annina, Favola di Adamo ed Eva o per Cara Valentina, per Mentre Dormi o per Una Musica può fare a cui aggiungi il sapore che ti lascia questo tempo presente senza troppi inganni E Tu Vai Via, Sotto Casa, I Tuoi Maledettissimi Impegni.
Un live essenziale ma ricco di sorprese, basti pensare al Quartetto d´archi Euforia o alla banda di fiati in versione ridotta P-Funcky Band, basti pensare alla band di professionisti da cui è accompagnato e basti pensare a come Max suona magistralmente il basso (ma questa è cosa nota e giusta). Max canta, Max suona per 120 minuti senza sosta, padrone di quel palco, affamato di musica , rispettoso verso i fruitori presenti ripagandoli con un concerto qualitativamente ed emotivamente valido, mai rumoroso per il gusto di fare baccano,mai eccessivo per far parlare, ma calibrato come le parole nei suoi testi.
Dote di chi da anni segue questa vocazione con sincera passione, tirandosi su le maniche e lavorando sodo ogni volta che si mette in discussione.
Elena Rebecca Odelli
20 luglio 2013 |