Niente da fare: a volte gli incidenti di percorso capitano, e nei tre anni che sono trascorsi dal loro ultimo “Mith Takes” si può dire che i !!! (pronunciato ´chk chk chk´, o con qualsiasi altra onomatopea che ricordi lo schiocco della lingua sul palato) ne abbiano incontrati fin troppi: tre componenti della formazione originale hanno abbandonato la band di Sacramento e il gruppo ha anche dovuto affrontare il dolore per la perdita dell´ex batterista Jerry Fuchs, recentemente scomparso in un tragico incidente. Ciononostante quando incontriamo Nic Offer, cantante e fondatore della band, ci appare tranquillo e sorridente, felice del risultato di questo “Strange Weather, Isn´t It?”.
Per questo nuovo lavoro vi siete trasferiti a Berlino, dove avete scritto e registrato parte del dico. Come mai avete scelto proprio la capitale tedesca?
“La motivazione più semplice è che Tyler (Pope - il chitarrista della band, ndr) vive là, e visto che non siamo più nella stessa città dobbiamo sempre cercare un posto in cui trovarci per vederci e lavorare: così abbiamo avuto l´opportunità di fare un disco in quella città straordinaria. E poi c´è sempre il fascino romantico del disco berlinese, e sapevamo che i club sarebbero stati fantastici e in qualche modo avrebbero influenzato il disco. Lo abbiamo preso come un esperimento, per vedere cosa succedeva”.
E quindi in che modo, secondo te, Berlino e la sua musica hanno influenzato il vostro lavoro?
“Ogni tipo di musica ha un suo linguaggio e per me, che sono un artista che nasce dal rock, trovarmi immerso in questa musica minimale che si basa più sulla forma del suono che su altro è stata una cosa completamene nuova e fresca. La scena musicale che c´è a Berlino è rivoluzionaria, se non altro rispetto a come sono le cose in America: là siamo molto indietro rispetto a questo”.
Ti sei fatto un´opinione del perché Berlino sia così avanti rispetto agli Stati Uniti?
“Perché purtroppo l´America in molte cose non è così progressista come dovrebbe essere: le grandi band americane fanno parte della scena rock e anche le innovazioni che sono arrivate nell´elettronica sono state nel dance rock, a parte qualche contributo iniziale sono anni che dagli USA non arriva un contributo vero alla musica elettronica. Mancano poi le strutture che permettano a questa musica di diffondersi, mentre a Berlino è una cosa che scorre in maniera così profonda tra le persone da permeare tutta la cultura. A Berlino persino lo stand che vende hot dog per strada spesso ha degli speaker migliori della maggior parte dei club americani!”.
Torniamo a parlare del disco: qual è la differenza maggiore fra “Strange Weather, Isn´t It?” ed i vostri album precedenti?
“Credo che quest´album sia più chiaro e sintetico, e forse anche più maturo: ´Myth Takes´, per esempio, era un po´ disordinato, mentre questo è più pulito”.
Ho letto da qualche parte che hai descritto quest´album come “più scuro”.
“E´ una cosa che si lega particolarmente ai testi: in alcuni brani come The Most Certain Sure abbiamo creato della musica molto solare e mi piaceva l´idea di mischiare le cose aggiungendo dei testi un po´ più scuri, un po´ alla Smiths, per non rischiare di fare qualcosa tipo Wham! o roba del genere”.
In un´intervista hai detto che nessuno presta più attenzione ai testi perché nessuno compra più i CD. Però mi sembra di capire che per te siano ancora importanti.
“I testi? Certo, assolutamente! I testi sono la cosa su cui la lavoro più duramente, anche se è quella che ha meno impatto perché molte persone vogliono solo una canzone orecchiabile da poter canticchiare; nel contempo però è anche la prima cosa che le persone sono pronte a criticare. E´ una situazione strana, molto buffa”.
Alcuni elementi hanno lasciato la band prima di iniziare questo disco, e Tyler se ne è andato via durante registrazione. Questo ha cambiato il vostro modo di lavorare? E´ stato difficile?
“In realtà non è stato così difficile: abbiamo cercato di usare questa situazione come un vantaggio, l´abbia presa come fosse una nuova formazione. Abbiamo iniziato a scrivere solo io e Mario, e non è stato male, sembrava quasi di essere solamente un duo. Poi a Berlino è stato ancora diverso, e provare nuove formazioni credo abbia portato un elemento di freschezza nella nostra musica. Devo dire però che Justin mi è mancato: era un grandissimo elemento del team, sia come musicista che come produttore”.
Se non sbaglio anche il titolo dell´album ha a che fare con questa situazione nella band.
“L´idea mi è venuta da una scena di un film di Wong Kar-Wai intitolato ´In The Mood For Love´, quando la coppia protagonista si incontra in una strada, sotto la pioggia: avrebbero un sacco di cose da dirsi, ma anziché affrontarle direttamente la prima cosa che dice lui è ´strano tempo, vero?´. Mi sentivo che rispecchiasse la situazione cha abbiamo vissuto anche noi nella band, perché sono successe tante cose e ci sarebbe tanto di cui parlare, e invece abbiamo accettato la situazione allo stesso modo”.
Ora che il disco è terminato, hai qualche rimpianto su come è venuto? Magari qualche cosa che avresti fatto diversamente, o qualche canzone esclusa che avresti voluto inserire...
“Qualcosa si, abbiamo lasciato fuori due canzoni che pubblicheremo in qualche edizione speciale per iTunes o cose del genere. Comunque ci sono sempre dei rimpianti, perché tutti i tuoi sforzi per fare la migliore canzone di tutti i tempi in qualche modo si infrangono sempre, anche se questo disco è venuto fuori meglio di quanto avremmo mai potuto immaginare”.
C´è un posto dove ti piacerebbe registrare in futuro, come avete fatto con Berlino?
“L´occasione di lavorare a Berlino è capitata solo un paio di mesi prima di andarci, quindi chi può sapere cosa ci si presenterà la prossima volta? Se dovessi decidere ora, però, tornerei là: abbiamo passato un periodo bellissimo”.
web: www.chkchkchk.net
Alberto Lepri
(07 ottobre 2010) |