A volte si possono provare a spendere mille parole, ma si può arrivare a capire solo ascoltando in prima persona la portata di un artista come Fredo Viola. Per cui altro non rimane che introdurvi a The Sad Song, uno dei tune più rappresentativi di questo personaggio che vi consigliamo di tenere d’occhio perché nel corso del 2009 ne sentirete molto parlare.

Alfred “Fredo” Viola è noto nel circuito underground newyorkese per le sue performance visual; si è diplomato alla Tisch Film school di New York ma è sempre stato attratto dalla musica, e dalle produzioni di Shostakovich, Britten, Bartok, Stravinsky, e Belle & Sebastian – perché se modelli bisogna avere, occorre puntare in alto.

L’album di debutto, “The Turn”, è da poco disponibile ma l’attività musicale di Fredo Viola rincorre il tempo fino al lontano 2004, quando la sua Let The Sad Out venne utilizzata nella colonna sonora del film con protagonista Denzel Washington “The Manchurian Candidate”; e da allora l’innamoramento per le melodie agre e malinconiche del giovane Viola, a metà tra folk, lo-fi e alt-retrò, è stato incontrovertibile, fino al successo di click raccolto da The Sad Song.

Ma se la musica è un’amante fantastica che regala parecchie soddisfazioni, il grande amore di Fredo sono le arti visive, montaggio video su tutte; e così una sezione speciale del suo sito è dedicata alla raccolta delle sue performance digitali, i cosiddetti ‘cluster videos’. E un canale preferenziale del suo sito ufficiale fredoviola.com porta, intitolato The Turn come il suo album, mette a disposizione dei visitatori le sue sperimentazioni ardite in formati esagonali, rettangolari, circolari e con la possibilità di trascinare e spostare e ruotare i video. In nome dell’arte e della libertà di fruizione.

Tornando alla musica, la bellezza delle composizioni di Fredo è palese. Riesce a fondere insieme come in piccoli madrigali dei sentori di gospel, folk e sonorità da laptop il tutto immergendoli in un contesto lo-fi dall’anima pulsante. C’è cuore nelle canzoni di Fredo Viola, parecchio cuore, e parecchio talento, come già sentito nel debutto dei Fleet Foxes (e speriamo che il paragone porti bene). L’arte, quando è poliedrica e sentita come quella di Fredo Viola, non va certo messa da parte. Buona scoperta.

Web: www.fredoviola.com

Elisa BEllintani
10/02/09