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MARIO BIONDI |
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MARIO BIONDI - UN UMORE JAZZ |
Mario arriva in redazione in tempi non sospetti. E’ una bella giornata di dicembre, e la chiacchierata in terrazzino sotto un caldo sole di dicembre è di quelle che ti permettono di apprezzare l’uomo prima ancora che l’artista. I tempi non sospetti sono quelli in cui ancora il Natale è lontano, e in cui ci si chiede “chissà se questo disco funzionerà”. A distanza di nemmeno due mesi, di Mario e della sua This Is What You Are si sono innamorate le radio, le classifiche, gli addentro ed i neofiti del jazz; e non solo in Italia. “Handful Of Soul” è la vera rivelazione delle appena trascorse feste, e con ogni probabilità non faticherà ad arrivare a mangiare la colomba. Un italiano al Blue Note: ci voleva proprio! “E’ stata un’emozione pazzesca presentare la mia musica, già conosciuta all’estero, ad un pubblico italiano! Che dire … il Blue Note è senz’altro il contesto ideale per un artista jazz come me”. Già, Mario Biondi è jazz. Ma guai a chi osa pensare “uff, che noia”! Voce calda e soulful, dai toni ammiccanti l’r&b, il suo approccio impone la coesistenza di uno stile da intenditore con il piglio sbarazzino di chi si diverte a fare musica e vuole far divertire chi ascolta. Ci sono cover e ci sono pezzi originali. Il tuo è un debutto ambizioso, sotto il punto di vista del “rischio”. “Guarda, sbagli se credi che le cover siano un passaggio facile: ti devi misurare con chi ha cantato una canzone sua prima di te, e con quel che le persone legano al ricordo di una particolare melodia. Detto questo, un disco di soli inediti sarebbe stato forse un po’ troppo azzardato, però affiancato dal bravissimo Alessandro Magnanimi, ho trovato la formula per me migliore”. La formula per me migliore mi ricorda moltissimo il ‘metodo musicale’ dei Gabin: rispetto per la tradizione e curiosità contemporanea. Mario Biondi ce l’ha. Però … In “Handful Of Soul” canti in inglese. Pensi che si arriverà mai a cantare in italiano? “Magari, lo spero davvero! Canto in inglese per comodità, perché è il lasciapassare del genere, chissà che un giorno non si affermi l’italiano. Forse non tutti sanno che negli anni ’50 c’erano dei crooner italiani bravissimi”. Come credi che verrà accolta la tua musica dal grande pubblico? “L’incognita della reazione dell’italiano medio! Credo molto semplicemente che o si amerà o si odierà. La soddisfazione per il consenso raccolto all’estero da This Is What You Are è enorme, non mi sarei mai aspettato diventasse una hit! Vediamo ora che succederà qui”. E’ una hit. L’ambiente jazz è visto da chi non lo conosce come un mondo o troppo serio o troppo spocchioso. Lo vedi anche tu così di nicchia? “Io che lo conosco so che non lo è, non tutti almeno. Però è vero, la percezione comune è questa, e forse è anche un po’ colpa di noi che siamo dentro. Dovremmo tornare tutti ai valori dell’educazione, della signorilità e del garbo, dimenticandoci del contorno aperitivi e giovanotti vestiti bene”. Secondo te, si sente che sei italiano? “Ho lavorato tanto sull’inglese e sulla pronuncia, ma si percepisce la mia origine dalla maniera di scrittura e da quel qualcosa di giocoso nell’atmosfera; prendi Gig: è troppo italiana!”. Dai un colore a “Handful Of Soul”. “Velluto rosso sangue di piccione. E’ il colore dei drappi da palcoscenico, mi fa venire in mente calore e voglia di nuovo”. Quali sono i tuoi miti jazz? “Chet Baker è il diamante del jazz, poi Billie Holiday, grande creativa, Ella Fitzgerald, Luther Vandross, Bill Withers, e Whitney Houston, che voce meravigliosa!”. Eppure “Handful Of Soul” è un esplicito riferimento a James Brown … “James Brown è stato un grande personaggio di rottura negli anni ’60. di lui più che il cantante apprezzo e ammiro il James Brown politico”. Link sito web: mariobiondi.biz Elisa Bellintani (15/02/07) |
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2007 Handful Of Soul | | |
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