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FERGIE |
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FERGIE - IL CANTO DELLA DUCHESSA |
Non solo avvenente ma anche secchiona e abile professionista. Musica, cinema, il mondo dello spettacolo ha aperto le porte a Fergie. Lei, all’anagrafe Stacy Ann Ferguson, è la voce femminile dei Black Eyed Peas, ma adesso è qui per presentare il suo nuovo volto solista. Una dura gavetta prima di raggiungere il meritato successo, giunto dopo una fase negativa dal punto di vista professionale e personale. Il fallimento con le Wild Orchid, la sua prima band, ha gettato Fergie nello sconforto, trascinandola in un tunnel pericoloso come quello della droga, raccontato tra le liriche di Losing My Ground. Con l’ingresso nei BEP (Black Eyed Peas) la svolta. “La droga stava distruggendo la mia vita. Ero ad un bivio: arrendersi o ricominciare a vivere…Ho sconfitto i demoni del passato” ha spiegato l’artista che ci ha raccontato in un faccia a faccia la sua avventura solistica. Rolling Stone America l’ha definita “la brava ragazza che vuole diventare cattiva”, noi confermiamo questa tesi e aggiungiamo “il nuovo simbolo del girl power con un’anima romantica e dolce”. L’incontro è di quelli che non si scordano, per la grazia dell’interlocutore, in rigoroso abito corto, tacchi alti e un’affascinate chioma bionda che illumina un volto sempre sorridente, che diventa serioso quando l’argomento trattato riguarda il suo passato meno felice. Di fronte alle ‘gambe più sexy dello showbiz’ comincia il nostro viaggio alla scoperta del mondo di Fergalicious, la ‘deliziosa Fergie’. Dolce, ma anche aggressiva, presenta il suo lavoro come “my baby” (mio figlio), orgogliosa del risultato raggiunto e già pensa al prossimo capitolo, naturalmente da sola. Non lascerà mai i BEP, e vuole diventare anche una star del grande schermo: ma come fai a reggere lo stress di una vita così frenetica? “Non ho un attimo di tregua, sono super impegnata. Il lavoro con i Peas, la mia attività solista , il cinema….Tutte esperienze che mi regalano immense soddisfazioni. L’obiettivo è trovare un equilibrio interiore, non spingersi oltre. Negli ultimi mesi ho retto ad un ritmo molto elevato. Ero in tour con i BEP, sono quasi quattro anni che non ci fermiamo, quando avevo un attimo di tregua lavoravo a ‘The Dutchess’, ma ero anche in Texas per le riprese del film 'Grindhouse' (film diretto da Quentin Tarantino, nelle sale a primavera 2007). La sera mi esibivo con i Peas, terminato lo show prendevo un volo e andavo ad Austin (Texas) per il film, riprendevo un jet e raggiungevo la band nella tappa successiva del tour…un’estate rilassante. Adesso le cose cambieranno. Il tour con i BEP è quasi finito, avrò il tempo per organizzare la tournèe per promuovere il mio disco. Sarà in piccoli club per fidelizzare il rapporto con i miei fan”. Con “The Dutchess” hai costruito un album pop per i palati più eterogenei, un perfetto equilibrio tra luci ed ombre. Che cosa rappresenta per te questo set? “Ascolto vari generi di musica, dal pop al reggae, dalla vecchia scuola hip-hop alle ballate soul. Questo disco è la realizzazione di un sogno che ho da quando avevo sette anni, ed è quasi impossibile da credere che sia diventato realtà”. “E’ la mia creature…(sorride). Questo CD mostra chi è Fergie realmente. Io sono aggressiva, ma anche molto romantica. Decisa e fragile. Le canzoni del disco esprimono questi miei stati d’animo senza filtri. Dopo il video di My Humps (brano dei BEP), la gente deve capire una cosa, che oltre al corpo, io so anche cantare. Uno sforzo personale, condiviso e apprezzato anche dai miei compagni (Will.i.am ha prodotto il CD)”. Come hai vissuto, a livello tecnico, questa tua esperienza? “Per questo CD ho preteso e avuto il controllo totale dell’operazione; ho seguito tutte le fasi del making of con estrema attenzione. Nei Peas io sono l’ultima arrivata e l’unica donna. Questi due elementi mostrano chiaramente le suddivisioni individuali. Alcuni aspetti della mia personalità sono rimasti nascosti per far emergere altri lati. Per ‘The Dutchess’ avevo tante buone canzoni e ho scelto le migliori. Ho anche deciso di evitare un evidente coinvolgimento del mondo hip hop, attualmente una mossa troppo prevedibile per mettere insieme un disco pop di successo”. Dopo questa affermazione, quale direzione prenderà, se ci sarà, il prossimo disco di Fergie? “Ho già le idee molto chiare in proposito. ‘The Dutchess’ avrà un seguito è sarà sicuramente più uptempo. Desidero un maggiore coinvolgimento di artisti della scena black”. Musica e cinema. Chi ha la priorità? “Sono complementari, non c’è prevaricazione tra loro. Entrambi fanno parte della mia vita artistica. Non rinuncerei a nessuno dei due. Mi piacerebbe organizzare le cose per affrontare gli impegni in momenti diversi e ben definiti. Non c’è distinzione. Lavorare per Tarantino è stata un’esperienza straordinaria, anche se ha messo a dura prova la mia resistenza fisica; la musica è tutto ”. Sei una star, cosa di manca della una vita normale? “Il successo porta con se situazioni discordanti. La sfera personale è quella che subisce il colpo peggiore, viene indebolita, o quasi eliminata. Oltre alla continua violazione della privacy non ho avuto più tempo da dedicare alla mia famiglia, sono sempre in giro per il mondo…questo mi manca terribilmente. Sull’altro lato della bilancia la fama produce una reazione chimica inspiegabile che induce assuefazione e piacere: la possibilità di viaggiare, alloggiare in hotel di lusso, vivere esperienze uniche ed irripetibili. Il prezzo della notorietà. In sintesi quello che ho tentato di raccontare nel video del singolo London Bridge”. |
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