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MIDWEST |
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LE CALDE NOTE DEL WEST |
Nel Marzo 2002 una giovanissima band di Varese, i Midwest: Francesco Scalise (basso, banjo, mandolino, ukulele), Matteo Gambacorta (voce, chitarre, lap steel, synth), Paolo Grassi (batteria, percussioni, clarinetto) e Francesco Ferretti (piano, organo, synth, trombone) realizzarono il loro debutto “Town & Country”. Le atmosfere calde e rurali di questo lavoro hanno in poco tempo conquistato la stampa di mezz’ Europa ed in particolare quella britannica. Dopo più di tre anni è uscito il secondo lavoro del quartetto “Whatever You Bring We Sing”, un album, se possibile, ancora più ispirato e fresco del precedente. E così tramite il classico formato dell’intervistami è sembrato interessante conoscerli un po’ meglio….
-Siete in grado di regalare immagini oltre che musica. A parte la scontata attinenza del vostro nome e della musica col Midwest… Che visioni vi suscita la vostra musica? O almeno quali immagini pensate che ricevano chi ascolta?
Stabilire un legame tra immagini e musica è qualcosa di molto personale, qualcosa che accade partendo da differenti prospettive. Così pensiamo che ognuno possa associare alla nostra musica le immagini che sente proprie, nitide o sfocate che siano. -Avete iniziato a suonare molto giovani? Suppongo di sì, ma avete mai avuto divergenze sul genere tra di voi, o comunque l’idea di dove “andare” musicalmente è sempre stata chiara. Durante gli anni del liceo abbiamo suonato assieme in alcune band. Tra il 1999 ed il 2000
abbiamo iniziato a suonare come Midwest. Siamo in quattro e questo significa che la nostra musica è il risultato di quattro diverse personalità che cerchiamo connettere ed equilibrare. Fin dall’inizio ci è sempre stato chiaro che avremmo avuto a che fare con country-folk obliquo, melodia e psichedelica… -Che differenze ci sono “tra voi e dentro la musica” tra il primo e il secondo album?
Durante gli anni trascorsi tra il primo e il secondo disco abbiamo approfondito la conoscenza dei nostri strumenti ed abbiamo imparato a suonarne di nuovi, poi abbiamo cercato ed ascoltato molti dischi e riscoperto un mucchio di cose interessanti: pop psichedelico, folk strambo, puro cantautorato,country e bluegrass, il dixieland.
Per “WYBWS” la scrittura dei brani è avvenuta in maniera differente rispetto a “T&C”.
Abbiamo dedicato molto tempo agli arrangiamenti e alla scelta delle sonorità più adatte…abbiamo introdotto nuovi strumenti ed utilizzato fiati ed archi. Probabilmente abbiamo acquisito maggior consapevolezza riguardo la nostra musica. -Con l’estero? Riuscite a fare tappe? Le avete magari anche già fatte…? Dove vi accolgono meglio?
Dopo le ottime recensioni di “T&C” arrivate dall’Inghilterra siamo stati a suonare a Londra ed è stata una bellissima esperienza…speriamo di avere la possibilità di tornarci presto. A novembre suoneremo a Milano (10 nov. “la casa 139”) e a Reggio Emilia (12 nov. “calamita”), poi partiremo per la Germania dove saremo in tour per una decina di giorni.
Lì suoneremo con HGH, gruppo norvegese di alt.country su Stickman Records in cui suona Gebhardt, ex-batterista dei Motorpsycho. Siamo sempre stati grandi fan dei Motorpsycho per cui non vediamo l’ora di partire! -“Fate altro” oltre a suonare? Del tipo come vi mantenete…studiate….
Si lavora e si studia… - Praticate cinema oltre a esserne “chiaramente” fruitori?
Qualcuno di noi è appassionato di cinema ma non lo pratichiamo.. per il momento non abbiamo progetti in questo senso anche se l’argomento è interessante e andrebbe approfondito da parte nostra. Chissà, magari in futuro… - Riuscite ad accostare “Whatever You Bring We Sing”, ad un film, o la vostra musica in genere?
Ci sarebbe piaciuto poter lavorare alla colonna sonora di “The Straight Story” di David Lynch… Paola Andreoni
(2 Novembre 2005)
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