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ANDREA CHIMENTI |
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UNA SENSIBILITÀ FUORI DAL COMUNE |
Dal 1983 al 1989 Andrea Chimenti è il cantante dei Moda, uno dei gruppi capostipiti del rock italiano con Litfiba e Diaframma; tre sono gli album realizzati con questo gruppo.
I Moda nel 1989 si sciolgono e per Andrea comincia la carriera solista. Inizia con delle collaborazioni insieme ai Beau Geste partecipando a musica per il Tibet. Partecipa allo spettacolo teatrale diretto da Massimo Luconi "Chaka" in veste di attore e cantante e insieme ai Beau Geste collabora al CD della stessa colonna sonora uscita per la Materiali Sonori. Insieme a Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli realizza il suo primo CD " La Maschera del Corvo Nero" che esce nel 1992 per la CGD.
In questo lavoro si ricorda la collaborazione di Antonio Aiazzi (Litfiba) e degli Africa X. Partecipa alla compilation dedicata a Rino Gaetano cantando "Escluso il Cane". Nel frattempo è nato il Consorzio Produttori Indipendenti e nel 1996 esce "L'Albero Pazzo" prodotto da Andrea e F. Magnelli edito dallo stesso C.P.I.
In questo cd Andrea scrive e canta un brano insieme a David Sylvian "Ti Ho Aspettato" (I Have Waited For You).
Canta nel film di Carlo Verdone "Sono Pazzo di Iris Blond" il brano "Black Hole". Collabora con "Una Notte in Italia" al CD tributo ad Ivano Fossati. Nel 1997 in collaborazione con l'attore Fernando Maraghini esce "Qohelet" per la collana Taccuini edita dal C.P.I. Nel 1998 fonda insieme a Fernando Maraghini e a Maria Erica Pacileo l'etichetta discografica "Le Vie dei Canti". Nello stesso anno esce "Il Cantico dei Cantici" (per Le Vie dei Canti/C.P.I.) dove l'attrice Anita Laurenzi, sulle musiche di Andrea, legge l'omonimo libro biblico.
Nel 2000 Andrea debutta con "Il Porto Sepolto", spettacolo di canto, musica e letture, partecipa inoltre allo spettacolo ebraico "Mazal Tov" della compagnia di "Terra di Danza". A maggio del 2002 realizza il cd "Il Porto Sepolto" dove Andrea canta alcune poesie di Giuseppe Ungaretti. Ad ottobre del 2004 esce il suo nuovo CD "Vietato Morire" realizzato con Massimo Fantoni e Matteo Buzzanca, edito da Santeria/Audioglobe. All'interno diversi ospiti come: Steve Jansen, Patrizia Laquidara, Gianni Maroccolo, Alessandro Fiori dei Mariposa. Fai musica da più di 20 anni, hai sempre scelto la realtà indipendente, come mai? Ho iniziato negli anni ’80 come cantante dei Moda, la crescita dei gruppi in quel periodo era legata al nascere e allo svilupparsi delle etichette indipendenti. E’ stato naturale iniziare con loro e senza accorgermi sono passati gli anni e oggi mi sembra che l’indipendente sia ancora la realtà più adatta alla musica che faccio dove alla base deve esistere una totale libertà d’azione.
Cosa credi che sia cambiato in questo mondo discografico? Purtroppo molto poco, le logiche rimangono le stesse e non sono cambiate. Credo che l’impero discografico multinazionale sia un dinosauro destinato a cadere. Gli investimenti mirano sempre a considerare la musica come bene di consumo e niente di più. Le vendite sono calate e le proposte spesso indecenti. Molte etichette indipendenti hanno chiuso i battenti. Siamo in un momento di passaggio. Presto ci saranno altre logiche (Internet sicuramente sarà una di queste) che risolleveranno la musica.
Cosa ha Vietato Morire di diverso o di particolare rispetto ai tuoi lavori precedenti? Vietato Morire segna il mio tornare a cantare canzoni. In questi anni ho sperimentato molto, ora sentivo che era giunto il momento di tradurre tutte le esperienze fatte in questi anni in delle canzoni pop. Hai fatto incursioni in molte altre forme artistiche, qualche esperienza che ti è rimasta particolarmente a cuore?…………
hai mai rimpianto o comunque avresti voluto coltivare qualche altra forma d’espressione, (o già la coltivi)? Credo che tutte le esperienze che ho fatto mi abbiano segnato. Ho sempre cercato di aderire a collaborazioni e ad esperienze che giudicavo adatte al periodo che stavo vivendo. Forse l’esperienza di cantare poesie di Ungaretti è stata molto importante per imparare cosa significa coltivare la musica sulle parole. Anche le tematiche religiose trattate con Fernando Maraghini nel Qohelet mi hanno insegnato molto, ho appreso molte cose da Fernando, soprattutto ho imparato un po’ a leggere, a usare la parola (anche se non sono un attore mi improvviso lettore in alcuni miei spettacoli e la cosa mi emoziona molto).
Rimpianti non ne ho. Ho coltivato tanti anni fa altre forme d’espressione. Ho fatto il disegnatore di cartoni animati per diversi anni. Il mondo del cinema d’animazione mi ha forgiato, tanto che ancora oggi ragiono in termini cinematografici quando faccio una canzone. Parto sempre da delle immagini sia quando scrivo la musica che quando scrivo i testi. Non disegno da diversi anni…ogni tanto ne sento il bisogno, ma non oso.
Cosa vuol dire sonorizzare una mostra o un museo…che percorso creativo hai seguito…diverso dal solito per i tuoi pezzi?
Quando devi sonorizzare un’installazione, un museo o un video devi dedicare dei suoni ad un luogo o a delle immagini. Ogni canzone, o musica che sia, è una forma di dedica. Si dedica una canzone alla gioia, al dolore, ad un amore, alla rabbia, ad un sogno. Ho sempre bisogno di scrivere per qualcuno o per qualcosa. Così, dedicare delle note ad un luogo, può diventare qualcosa capace di emozionarmi assimilabile allo scrivere una canzone.
Come vedi il panorama italiano della musica ? Pensi ci sia qualcosa di nuovo? Non vedo grandi novità, ma forse non viviamo il tempo in cui fare qualcosa di nuovo, ma quello in cui fare, tra tanti orrori che l’uomo commette, qualcosa di bello. Si, forse è il tempo della bellezza per mitigare un po’ questo mondo. Domanda un po’ vecchia….
L’esperienza di collaborazione con David Sylvian, ti ha lasciato qualcosa di speciale?E’ una domanda a cui mi fa sempre piacere rispondere. David Sylvian mi ha lasciato l’esperienza di una collaborazione, il poter toccare con mano che due persone possono costruire qualcosa insieme anche a distanza. Le distanze svaniscono quando c’è un intento comune, quando si ha qualcosa da dire insieme. David Sylvian è stata una persona piacevole e umile ancor prima di essere un grande artista.
Leggevo nella presentazione del disco sul tuo sito che è stato composto in una casa…descrivevi un’atmosfera, o meglio le sensazioni che rimanevano dopo tutto il lavoro…se posso e se ti va…racconta qualcosa in più..dov’era…in quanti vivevate… La casa si trova ad Abbadia di Montepulciano in provincia di Siena. E’ una casa fine ottocento a mattoncini rossi, tipica della zona. E’ un posto magico dove abbiamo vissuto in totale isolamento io, Massimo Fantoni e Matteo Buzzanca. Pensavamo a suonare dal mattino fino a notte inoltrata; eravamo interrotti solo dai pasti (con noi c’erano Emanuela e Rosangela due cuoche fantastiche). Nella stanza che un tempo era usata come dispensa abbiamo messo la regia, nella tromba delle scale il pianoforte, in una piccola legnaia registravamo le voci e le chitarre acustiche. Credo che l’atmosfera che abbiamo vissuto sia ben descritta nel CD. E’ stato un periodo splendido anche per il bellissimo incontro umano tra di noi.
Come hai scelto i tuoi collaboratori per questo album? Sono gli stessi che ti accompagneranno in tour?
Massimo Fantoni lavora con me da 12 anni ed è stato automatico lavorare insieme. Matteo Buzzanca aveva già collaborato con me nella stesura degli archi ne “Il Porto Sepolto”. Mi piace come lavora e si è creata subito una buona intesa.
Non so dal vivo chi saranno i musicisti. Sto prendendo delle decisioni in questi giorni a proposito.
La copertina del CD…ha qualche significato? La donna come portatrice di vita. La donna della copertina mi da la sensazione di calore e di accoglienza. Il suo sguardo è una sorta di via d’uscita. C’è calore in quest’immagine, complicità e un erotismo “alto” che molto ha a che fare con l’amore. Forse aspetta un bambino. Quest’immagine con la scritta Vietato Morire mi da emozione. Componendo questo CD hai pensato mai globalmente all’atmosfera che si sarebbe dovuta respirare ascoltandolo o è un aspetto cresciuto da solo naturalmente? Sono partito a registrare il CD con solo quattro canzoni sprovinate. Tutto era da costruire e tutto è nato in questi mesi, a volte con facilità e a volte con sofferenza.
(Paola Andreoni) |
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TUTTO SU ANDREA CHIMENTI |
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2004 Concerto 1998
2002 Il Porto sepolto
1996 L'albero pazzo
1992 La Maschera Del Corvo Nero ed Altre Storie |
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