Natale è alle porte. Natale, quell’assurda festa che al di là del facile consumismo dovrebbe essere momento di riflessione e ri-unione. In fondo nasce con questo spirito Mario Christmas. La voglia di armonia e di legittimare nuovamente il Natale con brani anche fuori dal canonicismo. Un disco che ti permette di sorridere riscoprendo ancora quell’animo di bambina quando aspettavi impaziente la neve a Natale.
Cos’è per te il Natale?
“È un’occasione per incontrare la famiglia, per passare una giornata densamente in famiglia”.
Com’è nato “Mario Christmas”?
“È divertente. Ho parlato con Sony Music, premettendo che avrei fatto qualcosa di diverso dai canoni mesti di alcune canzoni natalizie. Nessuno ha avuto nulla da ribattere e sono contento perché il risultato è stato efficace. Molti dei miei fan mi scrivono che ascolteranno Mario Christmas fino a luglio. Più che creare un album usa e getta mirato per i venti giorni natalizi, ho voluto rendere canzoni le canzoni natalizie senza voler fare il mesto malinconico o il didattico”.
Anche perché Natale è un momento di festa.
“Dovrebbe esserlo. Cerco di farlo diventare un momento di festa da diversi anni anche se ogni anno faccio sempre una gran fatica, nascono sempre discussioni. È un lavoraccio, io mi sono nel lavoraccio di avere sette figli quindi capisci che è abbastanza difficile da gestire”.
Nella tracklist noto un featuring degno di nota con gli Earth Wind and Fire.
“Sono bravi ragazzi. Credo che quell’esperienza sia stato l’highlight della mia carriera: riuscire a cantare con il mio gruppo di riferimento. Loro sono entrati nel mio disco e io nel loro ultimo album di inediti. Una soddisfazione incommensurabile”.
Cosa mi dici dei due inediti, My Christmas Baby (The Sweetest Thing) e Dreaming Land?
“Uno è nato con Paolo Sabatino e l’altro con due amici di Catania. My Christmas Baby (The Sweetest Thing) è nata dall’idea di celebrare il rapporto con la mia compagnia e far si che lei è il mio vero regalo, il suo amore, la sua complicità, la sua forza e il suo amore”.
Sei uscito con brani in inglese ancora, come mai?
“Nella versione speciale del disco è contenuto il video di un live della tournee precedente. Sun è stato un disco molto importante, ho fatto una lunga tournee europea. La scelta fatta anni fa, provare ad essere un cantante italiano che canta in inglese, è appagante e sta dando i suoi risultati. Man mano diventa sempre più vera. Mettermi così tanto in discussione non è stato facile perché mi sono misurato con dei nomi indelebili della musica internazionale. Mi hanno regalato la forza di credere in ciò che sto facendo”.
Tra i tutti i Paesi del mondo che hai toccato, mi ha stupito il calore del Giappone.
“I giapponesi sono curiosissimi. Sono un pubblico tra i più educati che io abbia trovato, insieme a quello di Mosca. Questo non vuole sminuire gli altri. Il giapponese si prepara, studia i brani dell’artista, perché per essere cortese deve cantare tutti i brani insieme a te, fanno il gobbo. Sono stato ospite e ho visitato la loro biblioteca che contiene tutti i libri, cd e vinili prodotti al mondo. Una banca dati della cultura mondiali e i giapponesi ne usufruiscono, studiano, si appassionano”.
Cosa speri di trovare sotto l’albero di Natale e cosa auguri agli altri di trovare?
“Auguro agli altri la stessa cosa che spero di trovare sotto l’albero: Armonia. La parola d’ordine di questo natale. La cosa che sento che manca, anche tra noi italiani vessati da differenze razziali, nel 2014 più che mai anacronistiche. Il popolo italiano è bianco, nero, giallo e dobbiamo rispettarlo. È un periodo difficile, va fronteggiato ma non come popolo disunito”.
Elena Rebecca Odelli
11 dicembre 2014 |