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| TIROMANCINO | |||||||||||||||
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| ILLUSIONI PARALLELE E TIROMANCINO DA ASCOLTARE | |||||||||||||||
| Francamente siamo un po’ stanchini di veder sempre accostare i Tiromancino a Lucio Battisti, di sentirceli sempre presentare come i suoi eredi naturali del nostro tempo. Siamo stanchi perché ci pare che, dopo ormai 7 album di cui tre di indiscutibile successo, oramai i Tiromancino abbiano una propria identità artistica ben definita. Un posto nell’Olimpo della musica italiana di qualità. Dopo gli stranoti “La Descrizione di un Attimo” (2000. “Strade”: 2° posto a Sanremo 2000 nella sezione Nuove Proposte; “La Descrizione di un Attimo”; “Due Destini”: straordinaria colonna sonora de “Le Fate Ignoranti” di Ferzan Ozpetek) e “In Continuo Movimento” (2002. “Per Me è Importante”: tra i singoli più venduti dell’inverno 2002; doppio Disco di Platino), ecco arrivare il terzo capitolo della trilogia intimista firmata Tiromancino, “Illusioni Parallele”. Un album che fonde con armonica maestria sperimentazione e tradizione, un album a ragione definito “di elettronica suonata”; perché spira vento di anni ’70 con l’utilizzo del Moog, del Prophet V e del piano Rhodes, eppure la melodia e la musicalità sono sempre ben presenti. Un’orecchiabilità accennata che non diventa filastrocca, uno stile tutto particolare che punta sull’essenzialità: un po’ alla Ungaretti, togliere tutto il superfluo fino a quando non resti solo il nucleo di significato e significante. Eccovi serviti i fondamentali delle emozioni. “Illusioni Parallele” è un disco di se. Il titolo è un chiaro riferimento al bisogno che abbiamo di sognare, di crearci degli universi paralleli – irreali, ma così forti da sembrare talvolta veri – che ci aiutino a sopportare il peso di quello che viviamo. Le illusioni non cambieranno il nostro destino, ma ci aiuteranno a vivere meglio, o a godere di un attimo di felicità rubato alla fantasia; le illusioni restano parallele alla realtà, confinate in un mondo di zucchero e colori che fa da contraltare al grigio amaro della quotidianità. Un po’ il ruolo che possono avere le canzoni: illuminarci gli occhi di ciò che non è, ma che sarebbe bello potesse essere. La stessa copertina del cd è illuminante: un Federico Zampaglione in movimento e riflesso; la vita procede, su due binari paralleli, ma siamo davvero così sicuri che non si incontreranno mai? Il primo singolo, “Amore Impossibile”, è un po’ il pezzo atipico del disco; un ritmo reggae sussurrato che contrasta con la disillusione sulle forme d’amore, troppo spesso sbagliate per poter resistere all’usura del tempo. Il video, diretto da Lamberto Bava, è l’emblema dell’amore impossibile: Diabolik (Daniel McVicar, già visto in “Beautiful”) ed Eva Kant (una incantevole Claudia Gerini), fuorilegge, fuoritempo, fuori da ogni sintonia cerebro-emotiva. Il secondo singolo sarà invece “Imparare dal Vento”, canzone ridotta ai minimi termini che, proprio per questa sua disarmante semplicità intrisa di malinconia ed incertezza, si adagia sul cuore e lo avvolge di calde fiammate di vita. Testi scritti da Federico, coadiuvato in alcune occasioni dal padre, il filosofo Domenico Zampaglione, e da lui cantati con toccante grazia; in “Verso Nord” si segnala poi la presenza dell’esordiente Nicole Pellicani, voce carezzevole ed eco perfetto di quella di Federico, un’ amalgama veramente ben riuscito. “Felicità” è poi una vecchia canzone di Lucio Dalla, poesia senza tempo sulla difficilissima ricerca della felicità da parte di ognuno di noi; cos’è, com’è, perché, quant’è, dov’è, “lo so che passerai/ma come sempre in fretta non ti fermi mai”. “Pericle il Nero” doveva poi essere il brano portante di una pellicola girata da Francesco Patierno, con protagonista nel ruolo di Pericle Pietro Taricone; pellicola bloccata per scelte di produzione, e di cui è rimasta superstite solo la minimale canzone firmata Zampaglione. Il manifesto di tutto il disco, si potrebbe dire: “ti sto parlando di nuove esperienze/ti sto parlando di realtà diverse da questa”. “Illusioni Parallele” è un successo annunciato. Già Disco d’Oro ancor prima della pubblicazione con 50.000 copie prenotate, il settimo studio album dei Tiromancino è un vero gioiello della musica italiana che godrà sicuramente della soddisfazione di buone vendite. Anche perché Federico, Andrea Pesce e Luigi Pulcinelli hanno curato tutto fin nei minimi dettagli, “testando” il disco in ogni situazione emotiva ed ambientale possibile ed immaginabile, scoprendone così dettagli da correggere e punti di forza da sottolineare. Un disco di voce, dove la musica è un’appendice irradiata dall’anima e non protagonista per le orecchie. Un disco che ci fa galleggiare da un sogno all’altro, tra morbidi miraggi e impalpabili desideri soffiati come bolle di sapone. Bolle d’aria densa, che impastano l’anima ogniqualvolta ci lasciamo trasportare nella realtà di sogno dei Tiromancino. Elisa Bellintani 4 ottobre 2004 |
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