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Mase |
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WELCOME BACK |
“Guardate la copertina. Guardatela bene, in basso a sinistra non c’è nulla. Neanche a destra.. Cos’è uno scherzo? Mi avete dato la versione “pulita” da recensire?”
Ho reagito in questo modo, prendendo in mano uno dei pochi cd di Hip-Hop americano senza il bollino “Explicit Lyrics”; del resto il “bad boy” Mase ora è diventato pastore della sua chiesa e non avete mai sentito un pastore dire una parolaccia, vero?
“Welcome Back” si apre con il primo singolo nonchè la canzone che da il titolo all’album; basato sul tema di “Welcome Back Kotter”, si tratta di una canzone solare, feel-good, in cui il flow di Mase è come al solito sornione, ma confidente e preciso. Mase, nonostante sia un pastore, è troppo furbo per mettersi a fare la predica, si limita invece a raccontare la sua conversione e le conseguenze di una vita “da strada”. Insomma “Welcome Back” non è album che sembra rappato dal vostro prete locale, ma è il disco di un uomo di fede che ne ha viste tante e che pensa di avere un po’ di saggezza da dare al mondo. L’album continua con “Breathe, Stretch, Shake”, il momento up-tempo dell’album; il risultato è abbastanza deludente.. sembra un po’ una brutta imitazione del “Workout Plan” di Kanye West. Mase si riprende subito con “Keep It On”, che contiene un campione di “We Don’t Have To Take Our Clothes Off” di Jermaine Stewart, una canzone R’n’B raffinata e orecchiabile. Mase non si è accontentato e per “My Harlem Lullaby” si prende l’”Isla Bonita” di Madonna, un po’ sulla scia dei Black Eyed Peas che hanno rifatto “Holiday” creando “Labour Day”; il risultato è un po’ quello che è. “Isla Bonita” è una delle pietre miliari del pop anni ’80, questo va riconosciuto; ma non lo metterei fra le mie melodie hip-hop preferite. De gustibus..
Il resto dell’album è un po’ fiacchino e alla lunga stanca; la voce di Mase è monotona, le cose che ha da dire, del resto, sono sempre quelle e le basi non gli danno certo una mano. L’unica altra traccia degna di nota è “Money Comes And Goes”.
Il ritorno di Mase è un po’ sottotono rispetto al materiale precedente, ma è pur sempre degno di nota; nel suo album non ci sono i 45 minuti di Hip-hop più belli dell’anno, ma è pur sempre un disco abbastanza gradevole, in quanto leggero e feel-good e forse potrebbe avere addirittura un appeal oltre il pubblico prettamente hip-hop.
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Voto: 6 |
Casa Discografica: Bad Boy |
Sito Internet: www.universalrecords.com |
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Oliver Dawson |
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15/11/2004 |
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TRACKLIST |
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1. Welcome Back
2. Breathe, Stretch, Shake
3. Keep It On
4. My Harlem Lullaby
5. I Owe
6. Wasting My Time
7. Gotta Survive
8. Love You Need
9. Money Comes and Goes
10. I Wanna Go 11. Into What You Say 12. Do You Remember
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DISCOGRAFIA |
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1997 Harlem World 1999 Double Up 2004 Welcome Back |
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