La band in questione è un insolito progetto sonico geminato dalle menti creative di due giovani compagni di università nella Roma alle soglie del nuovo millennio. Il cui fulcro principale è formato dai fantomatici Methel, voce e chitarra, e Lord, sezione ritmica e suoni e rumori vari. Classificarli sotto un genere preciso è un compito assai arduo, se non impossibile. I Methel & Lord nel panorama alternativo di casa nostra sono una voce fuori dal coro la cui musica non risulta riconducibile a nessuno specifico filone o genere. E questo non è poco per una band alle prime armi. Il loro miglior pregio è proprio questo. L'avere uno stile originale ed una forma espressiva spiazzante, che disorienta al primo ascolto, ma che stimola la fantasia dell'ascoltatore. Il loro primo album "Pai Nai" si può definire un'interessante miscela di campionamenti e ritmi elettronici, con accenti che vanno dal rock, al jazz, al blues. Così, nel magma sonico creato da Methel & Lord, fra jingle, intermezzi e parentesi recitate, zampillano, il blues fumoso e noir alla Tom Waits di "Romanderground", Il flauto magico e solare dell'ironica di "Pleasure To Kill", il funky-jazz modernista di "Anathem", il valzer alcolico di "Venedig '96", i ritmi drum'n'bass di "Il Censore". "Pai Nai" come un film evoca scenari e ambientazioni immaginarie e disparate, è un album coraggioso, addirittura spericolato per una band al primo album. Ma colpisce nel segno e il risultato è davvero eccellente. |