Affidandosi alla produzione esecutiva della Red House Recordings, i cui studi di registrazione hanno visto la frequentazione di personaggi del calibro di Max Gazzè, Linea 77, One Dimensional Man, Gang, la giovane band veneta dei Mama.In.Inca esordiscono sulla scena indie italiana con l’EP “Le Rose e Le Spine”.
Un lavoro di breve durata ma che mette in mostra una band che sa già quel che vuole. Cioè, menare gli strumenti, chitarra, basso e batteria, come si vuole da un gruppo rock, con vigore e potenza possibilmente devastanti, ma con una sensibilità attenta anche alle sonorità più tenui e romantiche.
La title-track, ad esempio, tratta il tema del disagio esistenziale, del vivere “Fra Le Rose E Le Spine”, con un sound ruvido e devastante, con un occhio alla tradizione italiana (Litfiba) e al rock d’oltreoceano con una coda finale rumorosa e centrifugata degna dei Sonic Youth.
“Breve” è, invece, smussata su toni malinconici e decadenti, una specie di ibrido fra i Verdena e i Placebo. “Breve” è invece una ballata dolce e struggente, con tanto di pianoforte e suoni suggestivi e vintage alla “Guardiano del Faro”, per chi se lo ricorda.
Se queste sono le premesse allora i ragazzi ce la possono fare. |