In un certo senso, i Movietone, rappresentano l’antitesi della Bristol di un decennio fa, fucina fertile di talenti come Massive Attack, Portishead, Tricky, protagonisti dell’epopea trip-hop. Questi movimentavano e davano rinnovamento alla scena elettronica, facendo ampio uso degli apparati messi a disposizione dalla tecnologia.
I Movietone, invece, per registrare questo disco, con strumenti prevalentemente acustici, si accomodano su una spiaggia in Cornovalia con lo spartano ausilio di due soli microfoni. Così, con apparente semplicità, ma con devota ricerca e cura dei suoni, ne viene fuori un album affascinante di sperimentazioni dai conturbanti profumi post-rock, fra il jazzy e la psichedelia.
Composizioni e arrangiamenti bucolici ed astratti, ci trasportano in un mondo sonoro particolare, reso ancora più seducente dal suono del vento e del mare sullo sfondo. Basta ascoltare “We Rode On”, pezzo forte dell’album, per rendersene conto.
Si vola, sulle ali della neopsichedelia di “Ocean Song”, sorvolando paesaggi incontaminati di una natura che ormai non esiste più. In “Snow Is Falling” i Movietone evocano atmosfere bluesy e noir come se fossero i Portishead narcotizzati. “Red Earth” può essere presa ad esempio per esemplificare il modus operandi dei Movietone: il banjo traccia una semplice linea melodica sulla quale si sviluppa il tema del brano che cresce d’intensità con la progressiva introduzione degli altri strumenti.
I Movietone sono temerari e anti mainstream. Per questo ammirabili.
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