Era dal 2004 che i Mambassa mancavano dalle scene, dall´anno di quel disco omonimo che aveva segnato la loro maturità portandoli a lavorare con Davey Ray Moor dei Costeau e facendoli indicare fra le migliori band del panorama nazionale: dopo tanti anni tornano con un nuovo album di inediti, il quinto, una raccolta di canzoni incentrate sulla solitudine dell´individuo e della collettività alienata dalla tecnologia e dalla società moderna. Le liriche di Stefano Sardo fluiscono dalla coscienza come in una seduta di psicanalisi, lasciando aperte innumerevoli vie sul proprio significato; le musiche, mantenendo lo stampo della band ed i riferimenti al rock inglese (in particolare ai Radiohead), si arricchiscono di nuovi strati sonori grazie all´ingresso in pianta stabile di Fulvio Bosco alle tastiere. Nel complesso un buon album coeso e pieno di canzoni atipiche come Casting – da vedere il video – che, in barba alle regole radiofoniche, si sviluppa da sé anche in assenza di un ritornello.
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