| Sarebbe piaciuto a Pierpaolo Pasolini il combat folk della Casa del vento? 
 Sapere non ci è dato, ma resta da ascoltare questo album che parla di passati partigiani, di PPP (appunto), di tragiche storie di deportazione, di stupidità globalizzata e globalizzante.
 
 Tra trombe, archi, chitarre acustiche, casse in quattro, ballate irish e collaborazioni amiche (Modena City Ramblers, Ginevra Di Marco, Bandabardò) i 14 brani del grande niente si susseguono lungo percorsi a volte manieristici per forma e contenuti.
 
 L’ispirata title track purtroppo non prelude al livello dei restanti brani, seppur Ala sinistra e L’ultimo viaggio siano un piacevole ascolto.
 
 Il combat folk ha armi un po’ spuntate.
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