Son passati sei anni dalla formazione del gruppo e due dal trionfale disco di debutto dei Futureheads, e … la domanda che tutti si pongono è: il giocattolo funziona tuttora bene?
Ardua la risposta. Parecchio. Perché se è vero che i giri orecchiabili persistono e si moltiplicano come in una casa degli specchi, è anche vero che, come dice il saggio proverbio, il troppo stroppia.
C’è forse troppa cura, troppa ricerca di un suono maturo (anche se registrato in appena 6 settimane), troppa serietà, e, pensiero personalissimo e quindi non per forza condivisibile, “The Futureheads” era più autentico; anche se qui c’è Ben Hillier (Depeche Mode, Blur, Doves) che produce.
Sospiro di nostalgia. |